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LA ROAD MAP DEI "MODERATI RIVOLUZIONARI" IN TRE MOSSE

E ora che fare? Chi conosce davvero la politica italiana, sa che il futuro prossimo si preannuncia davvero decisivo. Per questo devono prevalere in noi due attributi fondamentali: la passione e l'intelligenza.

Partiamo da quello che non conviene fare. La logica della "ruspa"che tutto demolisce, tanto allettante a livello di pulsione basica, in ambito strategico non porta da nessuna parte perché niente costruisce.Anche in politica, come in filosofia (Bacone docet), dopo una pars destruens deve seguire una pars construens, anzi è proprio la seconda ad orientare e dare senso alla prima.

Allo stesso modo, non si può pensare di contrapporre alla ("fu") invincibile armada di Matteo Renzi, con qualche speranza di vittoria, la squinternata brigata del "fu"centrodestra, che di fatto, è ormai un'altra cosa, grazie all' interna modificazione genetica. Alcuni buoni e circoscritti risultati del centrodestra in queste regionali potrebbero rischiare di essere un'amara illusione ottica, poiché non basta, alla lunga, "l'abbracciamoci tutti"!

E veniamo alla passione, primo antidoto per superare la difficile situazione presente. Passione forte e paziente che deve essere il primo requisito ricostruttivo di tutti coloro che si sentono di dare qualcosa alla politica e non hanno niente da chiedere in cambio. Se rinascerà qualcosa di grande nel panorama politico italiano alternativo alla sinistra, non sarà più frutto di uno scambio di opportunità ed occupazione di potere, ma di lungimiranza gratuita, senso del servizio, passione purificata, gratuità. La giostra precedente è finita. I nostri potenziali elettori esigono un punto ed a capo radicale. In questo i "moderati" dovranno assolutamente essere dei " rivoluzionari" (nel senso etimologico di ritorno alle origini)sia come ispirazione profonda che come metodo politico.

Eccoci all'intelligenza. Ne servirà una dose esorbitante. L'umore della piazza consiglierebbe di scivolare verso l'onda "legaforzista", quasi per abbrivio. Nella speranza, stile Liguria, che seguire la scia del cavallo vincente porti tutti a tagliare per primi il traguardo. Per noi, scegliere questa strada sarebbe un vero e proprio suicidio politico. Ci toccherebbe in sorta una doppia maledizione: l' insignificanza politica prima, la sconfitta dopo (visto che un testa a testa Renzi-Salvini sarebbe senza speranza).

Esclusa dunque quella "scorciatoia di pancia", che pure ha contagiato anche la nostra area elettorale, non rimane che la lunga marcia illuminata dalla ragione. Ecco quelli che per noi sono da indicare come passaggi ineludibili e progressivi.

Il primo: mettere alla prova il governo, ma meglio sarebbe dire Renzi, su questioni da porre nella secca modalità del prendere o lasciare (riforma elettorale ed istituzionale, buona scuola, centralità della famiglia costituzionale). Se, come prevedibile, la risposta fosse negativa, i moderati ed i centristi dovrebbero uscire immediatamente dal governo (che, è sempre bene ricordare, vedeva una presenza dei centristi mirata ed a tempo). La notizia odierna dell'uscita dall'esecutivo dei Popolari per l'Italia sembra essere la prima, anche se piccola avvisaglia, che il clima è profondamente cambiato.

Il secondo: occorre avere un doppio contestuale coraggio, da una parte convocare una costituente (alla pari) di tutti coloro (soggetti individuali, movimenti, associazioni, partiti...) che ambiscono, dal centro, a costruire anche da noi la costola italiana del PPE, superando i miopi orticelli dell'oggi; dall'altra esperire nei tempi giusti, ma non biblici, la via per una federazione, alla luce del sole, con quelle realtà vicine ma non omologabili al PPE (vedi ipotetici partiti repubblicani e/o conservatori).

Terzo: rimane il problema dei rapporti con la Lega di Salvini. In tale ambito non sono consentite ambiguità. Una possibile alleanza elettorale (oltre non sembra possibile andare) si crea intorno a programmi e, soprattutto, metodi e progetti condivisi. Come in Francia, l'alleanza elettorale può funzionare solo se la cabina di regia, il timone rimane saldamente nelle mani dei riformatori, popolari di ispirazione cristiana e liberali. Per questo sarà importante nei prossimi mesi, portando avanti in modo previo i primi due punti, costruire un percorso a cerchi concentrici che si fondi su una vera e propria rinascita culturale della nostra area di riferimento. Entro questo cantiere c'è bisogno di teste pensanti e profili di concretezza, ma soprattutto di un alto spessore ideale.Il tutto condito, ad ogni livello, dal sale della partecipazione, della trasparenza e, soprattutto, della democrazia.

In tale contesto, la scelta della leadership politica non potrà essere affidata a criteri vaghi, superficiali ed effimeri. Ad ogni livello, devono essere pesati e confrontati non umori, ma proposte, progetti, metodi e persone. Se così sarà, non dovrà vincere in noi la paura o prevalere il complesso di inferiorità. La sfida dei "moderati rivoluzionari" non può aspettare all'infinito. Il tempo è quasi scaduto ed i supplementari non sono previsti!

Franco Banchi

Giugno 2015