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LA POSIZIONE DEI POPOLARI TOSCANI EUROPEI SULLE REGIONALI

BANCHI: “PARLIAMO, PARLIAMO MENTRE LA TOSCANA È ORMAI UNA STELLA SPENTA”

Fra due mesi si vota per le regionali in Toscana e nessuno sembra accorgersene. . .

Considerazione oggettiva e giusta. Doveroso interrogarci sui motivi. Su tutti il disincanto amaro verso una “certa “ politica, quella ahimè prevalente. Ma nella nostra regione incide molto anche la fisiologica mancanza di ricambio tra schieramenti alternativi. Come se il nostro campionato di calcio fosse vinto da quasi 50 anni, ininterrottamente, dalla stessa squadra. Sfido chiunque a continuare a seguirlo con interesse. E poi nessuno parla di contenuti. I progetti latitano. . .

Ma la colpa non potrebbe essere attribuita anche agli eterni perdenti?

Non c'è dubbio. La non sufficiente competitività dello schieramento alternativo alla sinistra prima, al centro-sinistra poi, è colpa da attribuire agli “sfidanti”. Solo una volta lo schieramento alternativo alla sinistra ha superato il 40%, esattamente nel 2000. Lo ricordo bene, perchè coincise con la mia elezione a Consigliere regionale.

Quali i motivi di questa “manifesta inferiorità” che, nel tempo, si è addirittura amplificata?

Potrei usare una parola abusata e difficile: autoreferenzialità. In concreto e più semplicemente parlerei di uno schieramento, fino all'altro ieri di centro-destra, chiuso in sé stesso, più teso a marcare le contestazioni alla sinistra che a sottolineare i contro-progetti positivi, troppo legato alle dinamiche romanocentriche, pessimo nella scelta dei candidati alla presidenza della regione e, in ultimo (ma potrebbe essere il primo motivo), poco interessato a vincere. Sembra un paradosso, ma è così. Non dimenticherei poi la “cantonata” che parte del centro-destra (segnatamente F.I.) ha preso su legge elettorale e preferenze. L'ultima legge regionale è un pessimo coacervo, i cui ingredienti più maldestri sono : la lista regionale dei candidati (meglio sarebbe chiamarli nominati) e una percentuale di accesso per le liste che spinge verso polarizzazioni “forzate”. Su questo è stato veramente limpido, dignitoso e battagliero il comportamento ufficiale dei gruppi NCD e UDC.

E oggi? Sembra che il centro-destra stia passando dal punto più stretto dell'imbuto. . .

Il problema credo che sia risolto in partenza: il centro-destra, storicamente inteso, sia in Italia che in Toscana, non esiste più. E questo è, a mio parere, un elemento di chiarezza. Si tratta del famoso “punto ed a capo”. Paradossalmente le scelte “a destra” di Fratelli d'Italia e della Lega, con l'ndividuazione di loro candidati autonomi alla presidenza, hanno facilitato il processo di definitiva scomposizione del “fu” centro-destra. Il problema, ad oggi ed anche in Toscana, è Forza Italia, la pirandelliana Forza Italia: berlusconiana, verdiniana, fittiana. . . . In realtà più un problema per sé stessa che per gli altri.

Ed il resto di quello che, come dice lei, fu il centro-destra?

Il resto avrebbe ormai una prateria da cavalcare: da Renzi a Salvini cè un intero territorio da riconquistare, costituito da tanti elettori delusi, sbandati, demotivati. E qui non parlo di chi ha già espresso l'opzione per un voto emozionale o di pancia. Alludo a chi, in Toscana ed in Italia, non si è rassegnato ad una polarizzazione innaturale, ibrida, anti-europea. La vera alternatività è tra forze socialiste e socialdemocratiche (che in Italia sono rapresentate da Renzi, che ha iscritto il PD al PSE) e forze collegate al Partito Popolare Europeo. Per capire e capirci meglio, il ventaglio che potrebbe rientrare in questo schieramento comprende NCD, UDC, POPOLARI per l'ITALIA, ITALIA UNICA, FORZA ITALIA (ed altri movimenti minori ma qualitativamente importanti). Non si tratta di dar vita ad un terzo polo dei “tiepidi”. Si tratta di costruire un polo potenzialmente vincente, che contenda la leadership a Renzi e collochi “ a destra” il blocco intorno a Salvini. Per essere chiari fino in fondo, questo progetto per una grande costituente dei popolari non può essere avviato domani, deve partire oggi. A Forza Italia chiediamo di scegliere: o il Popolarismo Europeo o il reazionario provincialismo leghista.

Lega, Salvini, Tosi. Cosa ne pensa di questa diaspora?

Noi stiamo decisamente dalla parte di Tosi. Io ho conosciuto il Sindaco di Verona ai convegni dei Popolari Liberali. E' sempre stato presente ai nostri meeting ed ha sempre detto cose interessanti, sia per i contenuti che per il metodo. Se posso azzardare un paragone, io mi aspetto da Tosi la stessa funzione che la CSU (i cristiano-democratici bavaresi) svolge in Germania, in alleanza con la CDU. Tosi rappresenta l'anima popolare, riformatrice, equilibratamente federalista della Lega. Credo che si possa costruire una proficua alleanza tra PPE italiano e movimento di Tosi, non solo in Veneto.

Ma torniamo all'inizio. Ed ora cosa fare, mentre è iniziato già il conto alla rovescia per le regionali toscane?

Cercare di seguire quella “strada maestra” che ho cercato di delineare il precedenza. C'è in tutto questo percorso un punto centrale: la Toscana. Tutti i partiti (o quasi) parlano di ogni altra cosa proprio per non parlare dei problemi della nostra regione. Noi invece vogliamo partire dal protagonista unico di questa tornata elettorale. Il movimento del PTE (Popolari Toscani Europei) nei suoi convegni annuali (Vallombrosa 2013 e Firenze 2014) ha già definito la sua linea. Alla base ci deve essere UN PATTO PER LA TOSCANA, che la miglior politica, stipula con le forze più vivaci e solide del nostro territorio. Un giusto mix tra energie civico-associative e professionali e progettualità politica. Poche cose in agenda, prioritarie. La Pira le avrebbe riassunte così: casa, fabbrica, ospedale, scuola, città. . .

Vogliamo approfondire queste scelte priorotarie. . .

 Con piacere. Sulla casa possiamo estendere quella che era la filosofia di Don Sturzo in campo socio-economico: allargare la piccola proprietà e non collettivizzare. Inutile che le agenzie toscane per la casa spendano soldi su soldi a pioggia, con la strategia del tampone. L'obiettivo è sotenere chi, certo con sacrifici e non in base a regali demagogici, vuole acquistarsi la casa. Per quanto riguarda la fabbrica, forse il lessico da La Pira ad oggi è cambiato. Oggi potremmo parlare di lavoro creativo, che va oltre sia rispetto al mito ormai archeologico delle grandi concentrazioni industriali sul territorio che alla cruda realtà della “SVENDITA” dei nostri pezzi pregiati ai Paesi emergenti. In altre parole, la Toscana deve reinventarsi totalmente un'identità economica.

E sulla sanità. . .

Non è un caso che gli assessori alla Sanità siano quasi sempre diventati Presidenti della Giunta. La sanità copre più di due terzi del bilancio regionale. E' una delle più grandi concentrazioni di potere che la politica possa immaginare. Al riguardo vogliamo una rivoluzione copernicana. Ora al centro c'è la preoccupazione di mantenere in piedi l'apparato sanitario, onnivoro, autoreferenziale, clientelare, costosissimo. Noi siamo per una rivoluzione, che metta al centro il “cittadino”, attraverso un bagno di autentica sussidiarietà.

Poi c'è la scuola, che, per lei, è uno dei tasti più sensibili. . .

Ha ragione. Nel mio percorso la scuola era presente prima dell'impegno politico-istituzionale e ci sarà anche dopo. A parte i forti appunti critici che la BUONA SCUOLA di Renzi si merita, che non possiamo esplicitare in questa sede, rimane al centro un nodo irrisolto:come intrecciare in modo virtuoso i destini della nostra regione con quelli della scuola. Io immagino tre parole, che possano funzionare da minimo comun denominatore:libertà, autonomia, sussidiarietà. In altre parole, la regione non può far altro che favorire la persona che studia nel più ampio contesto educativo delle comunità.

Infine, il tema lapiriano della città. .

Tema infinito, declinabile secondo molteplici livelli: frazione, villaggio, comune, capoluogo. Ognuno di questi livelli è il nostro spazio vitale, l'aria che respiriamo, l'orizzonte della nostra esistenza. Le nostre città, piccole o grandi, si meritano “pace”, che, secondo S. Tommaso, è “tranquillità nell'ordine”. Oggi non è così, purtroppo. La politica non può, nè deve arrivare dappertutto. La città è un valore che non coincide solo con gli organi che l'amministrano. Ecco perchè, nel coniugare solidarietà e sicurezza, ci vuole un patto esplicito di natura civica, supportato e garantito dagli organi amministrativi e di governo.

La domanda delle domande, proprio in conclusione: il movimento dei Popolari Toscani Europei avrà suoi esponenti in corsa per le regionali di Maggio?

Se mi permette, ribalterei la domanda: ci sono in campo offerte politiche che possono rispondere in modo affermativo alle domande di valore e di progetto che ho poco fa richiamato? In caso affermativo la nostra disponibilità non mancherà. Di sicuro serviranno anche garanzie di prospettiva politica. Infatti noi saremo, in prima persona o come supporto attivo, con coloro che ambiscono, anche in Toscana, a costruire la costola italiana del PPE. Altre scorciatoie non ci interessano. A breve avremo la riunione del nostro organo direttivo regionale per decidere non la linea ufficiale, che è chiara da tempo, ma la nostra scelta operativa. Vedo che in giro si procede al rallentatore. Mi auguro, che, prima di decidere, contrariamente a quanto fatto troppe volte fino ad ora, non si aspetti “il verbo romano”. Perdere altro tempo sarebbe colpevole. Le gravi difficoltà della Toscana sono note a tutti. Anche i più distratti dovranno accorgersi che la nostra regione è ormai una stella spenta. Se continua così, fra pochi anni non emetterà più luce!

La REDAZIONE di puntotoscanappe. it

12 Marzo 2015