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BANCHI: “IL NOSTRO FUTURO NON STA IN UN BLOCCO CONSERVATORE O LIBERAL- RADICALE. SERVE UN PATTO PER LE LIBERTA' ED IL BENE COMUNE. NOI L'ANIMA POPOLARE, LIBERALE, EUROPEA, D'ISPIRAZIONE CRISTIANA DI TALE PROGETTO”.

Da conoscitore del mondo politico italiano, nella doppia veste di osservatore-giocatore, come vede l'attuale momento caldo della scena nazionale?

Credo che la cronica transizione della politica italiana non sia ancora conclusa. Ho come l'impressione che chi sta curando la regia della “demolizione” (poichè qualcosa o qualcuno pensa ed opera con tale obiettivo da tempo) abbia le idee molto chiare su chi e cosa distruggere e sia invece ancora molto incerto su come ricostruire e con con quali forze o persone.A mio parere, era palese il disegno, fortunatamente fallito nelle ultime elezioni politiche, di eliminare dalla scena, allo stesso tempo, un Berlusconi, auspicabilemente ultra-sconfitto, ed un PD (quello della vecchia nomenclatura) incapace di governare. Si ipotizzava che sarebbe stato il Prof. Monti il pontiere della nuova Italia. Ma tale scenario è uscito rottamato dalle elezioni e con esso hanno dovuto ammainare bandiera bianca i becchini del bipolarismo.

Ma il governo di responsabilità o larga coalizione non è il certificato di morte del bipolarismo?

Le sembra che il governo di grande coalizione che guida da anni la Germania sia stato l' epitaffio dello storico bipolarismo di quel Paese? Piuttosto, auspico che la congiuntura emergenziale, che costringe (per il bene del Paese) a governare insieme, sia l' occasione non perdibile per rendere l'italico bipolarismo finalmente europeo e quindi maturo. Per non sprecare tale occasione, occorre rifondare entrambe le metà del campo. Da un lato una sinistra finalmente moderna, quindi socialdemocratica; dall'altra uno schieramento che, di fatto e non solo di nome, abbia come perno la costola italiana del P.P.E.

In tale nuovo contesto,anche di riforma elettorale, gli italiani dovranno determinare direttamente e senza scorciatoie sia la coalizione chiamata a governare che il parlamentare più gradito. Quindi un sì cubitale al ripristino del voto di preferenza.

In relazione a quello che sta accadendo, il suo auspicio tende ad avvicinarsi o ad allontanarsi?

I tanti, molti, troppi guastatori,presenti da entrambe le parti, tentano in tutti modi di perpetuare un bipolarismo vecchia maniera. Solo per fare un esempio, a volte qualcuno di essi scambia il bipolarismo per bi-partitismo. A mio parere, se in Italia il primo è irreversibile, non è però omologabile con il secondo. Parlando della parte che mi sta più a cuore, ritengo che non sia poi così negativo che l'equivoco del PDL stia per scioglersi.

In che senso?

Il Popolo delle Libertà era nato per orchestrare all'unisono le partiture, spesso dissonanti, del centro-destra. C'erano solo due modi per farlo con profitto: l'assoluta trasparenza democratica, con la scelta di tutti i dirigenti dal basso attraverso i dovuti livelli congressuali (dal più sperduto Comune fino a Roma); il rafforzamento della leadership del padre-fondatore. Avendo scelto questa seconda strada, nel momento in cui il Presidente Berlusconi decide di ripartire da Forza Italia, il Pdl rimane un mero perimetro astratto, un accampamento senza più esercito. Occorre prenderne atto e cogliere l'occasione per rifondare, almeno nel nostro campo, un bipolarismo che non abbia più i piedi d'argilla.

La vicenda giudiziaria di Berlusconi si interseca con questo scenario...

Certo,ma occorre evitare di agitarsi mossi dal solo registro della passionalità. Dobbiamo ragionare in modo saggio e, soprattutto, pensare al valore più alto di tutti: il bene comune. La posta in gioco è alta e non riguarda solo il cittadino o il Sen. Berlusconi Silvio. La partita che sta per arrivare al momento più caldo è il vero spartiacque dell' assetto costituzionale della nostra Repubblica. In altre parole, sapremo fra qualche giorno se la nostra è una Repubblica parlamentare basata sulla sovranità del popolo oppure è la Repubblica dei magistrati. Se saltasse il delicato equilibrio su cui poggia la nostra Costituzione, si aprirebbero scenari difficilmente dominabili. Ci pensi bene il PD ad innescare questa bomba ad orologeria in seno alla vita politica italiana, anzi alla vita della stessa Repubblica. Detto questo, con grande rispetto per il Presidente Berlusconi, i giochi politici nella nostra metà campo sono ormai totalmente aperti. Nel momento in cui, nell'altro schieramento, sta per prendere il largo la candidatura a tutto tondo del mio compaesano Matteo Renzi, non ci sembra irriverente guardare al futuro...

Se i segni in politica contano qualcosa, lei ed il movimento di cui è Presidente, il PTE, già da diverso tempo prevedevate la repentina evoluzione del quadro politico nazionale. Penso al vostro Convegno di Vallombrosa, che ha suscitato grande interesse...

Vorrei ricordare solo il titolo di quel Convegno, lì c'era e c'è già tutto: “Costruire insieme l'area del futuro prossimo:popolare, d'ispirazione cristiana,riformatrice, europea, alternativa alla sinistra”.

Questa rimane la nostra bussola indiscussa. Spero che lo diventi anche per l'area politica che si andrà a formare nei prossimi mesi, che io, e non solo per meri motivi di comunicazione,non chiamerei più di centro-destra. Io sono contro i recinti auto-imposti. E mi vengono ancora in mente le parole del grande Helmut Kohl, molto attento a far uscire il popolarismo europeo fuori dalle gabbie dell'ideologia post-bellica, che definiva la nostra cultura di riferimento conservatrice per i valori e progressista a livello sociale ed economico.

Ecco perchè il nuovo campo bipolare che si prepara dovrà vedere dalla nostra parte non un monolite ideologico, ancor peggio se mono-partitico, ma un'area plurale, politicamente articolata secondo varie sensibilità, composta organizzativamente da soggetti autonomi. L'unica stringente ed ineliminabile condizione di quello che chiamerei un PATTO PER LE LIBERTA' ED IL BENE COMUNE è la contestuale adesione di tutti i contraenti dal lato nazionale ad una carta condivisa dei valori, dei contenuti e del metodo politico, da quello europeo alla famiglia del PPE.

Entro questa formazione plurale, che potremmo chiamare quasi una federazione verso il PPE, che ruolo possono svolgere identità culturali e movimenti come il vostro?

Il primo ed importante ruolo è quello di portare in quest'area il DNA storico del popolarismo europeo. Non dimentichiamoci che l'allora Forza Italia entrò a far farte della famiglia PPE, non senza contestazioni, proprio attraverso i buoni uffici dei leaders democratico-cristiani italiani alternativi alla sinistra. Inoltre potremmo essere un buon collante anche verso quella diffusa e profonda cultura, definibile (per semplificare) di destra democratica, con cui evidenziare numerose convergenze in tema etico-antropologico e sociale. Stesso discorso può esser fatto nei riguardi delle tante energie federaliste, autonomiste e municipaliste, con le quali esiste una sincronia ideale ed operativa almeno fin dai tempi di Sturzo.

C'è spazio in questo contesto federativo per un'intesa con la cultura radicale?

Per quello che ho detto fino ad ora, la risposta dovrebbe essere chiarissima: no. In ambito politico, non è uno scandalo mettere in risalto convergenze e divergenze. La cultura politica dei Radicali è altra rispetto a quella cristiano popolare. E' per questo che reputo un errore quello compiuto dal Presidente Berlusconi di sottoscrivere la richiesta di referendum relativa all'abolizione del carcere per alcuni reati riferiti all'uso di stupefacenti. E' vero che Berlusconi ha precisato di aver firmato anche per quesiti che non condivide solo per dare la possibilità ai cittadini di esprimersi, ma è altrettanto vero che era stato proprio il suo Governo a legiferare sull'argomento.

Direi che con tale atto si è inaugurato il ritorno culturale e politico a Forza Italia. Qualche anno fa, esattamente nel 2008, in un libro scritto a quattro mani con il Prof. Andrea Poli, evidenziavamo senza reticenze che nel nascente PDL ci fosse il rischio dell'anarchia etica (vedi www.areabianca.it, pubblicazione DIZIONARIO ESSENZIALE DI VERITÀ... RIGUARDANTI I CATTOLICI IN POLITICA, pp. 7 e sgg.). Ecco, questo pendolarismo tra difesa dei valori dell'antropologia cristiana da un lato e relativismo etico dall'altro rende quella preoccupazione di allora molto plastica e concreta.

Da quanto capisco, la sua visione del rapporto tra i vari soggetti che comporranno la futura area italiana riferibile al PPE si prospetta molto competitiva...

Ho già spiegato che, a parte il patto essenziale da accettare in premessa, il pluralismo potrebbe essere la salute di quest'area alternativa alla sinistra. Una competizione sulle cose, i progetti, la scelta delle persone, la valutazione dei metodi del fare politica ed,infine, la stessa definizione della leadership. Niente dovrà essere dato per scontato. E ciò sarà tanto più importante quanto più lo schieramento a noi alternativo sceglierà un competitore non più ingessato entro gli schemi della vetero-sinistra. Credo che debba essere proprio la voglia di rinnovarsi la pacifica lancia da scagliare verso il futuro.

A cura della Redazione de “IL GIGLIO BIANCO”

Firenze, 2 Settembre 2013