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CARTA DI VALLOMBROSA

Dal Forum svoltosi presso l'abbazia di Vallombrosa il 9 Giugno 2013 e dalla successiva fase di comune rielaborazione, che ha coinvolto movimenti, associazioni, gruppi, esponenti delle istituzioni e singoli, scaturisce la versione definitiva della presente “CARTA”. Il Movimento dei Popolari Toscani Europei (PTE), che l'ha approvata ufficialmente nella sua ultima Direzione a Sansepolcro, da oggi la rende pubblica.

Premessa: senza una forte cultura non esiste il progetto politico

Senza una forte cultura di riferimento non esiste alcun progetto politico degno di questo nome.

E' per questo che siamo determinanti ad inscrivere ogni azione politica nel contesto della promozione dei valori della persona e delle comunità, in riferimento alla tradizione di quell'umanesimo integrale, da coniugare e far interagire con l'antropologia cristianamente ispirata, che ha fatto grande la storia della nostra regione e dell' Italia tutta, anche attraverso l'apertura ad un'autentica vocazione europeista e, in linea con la mirabile lezione della Pacem in terris, con l'operosa e paziente costruzione di un sempre più giusto, libero e pacifico ordine mondiale.

E' proprio per questo motivo che ci siamo riuniti in una delle più importanti culle storiche della cultura italiana e toscana: l'Abbazia di Vallombrosa.

Nostro obiettivo è anche quello di alimentare in senso concreto la cultura del rispetto della vita umana (in tutte le sue età e forme), delle libertà, delle autonomie e della sussidiarietà, per affermare il primato della persona, della famiglia fondata sui valori espressi dalla nostra Costituzione, dei corpi socio- economici intermedi, del libero associazionismo, anche scolastico ed educativo, contro le invadenze del dirigismo ed i danni dell'inefficienza, della burocrazia statalistica e localistica, del potere ideologico. E ciò in considerazione del fatto che la persona umana è fonte del diritto e anima di tutte le forme organiche di società.

Contro regressioni arcaiche in economia, accompagnate da devastanti ipotesi di decrescita, siamo per un chiaro disegno di sviluppo e progresso, senza alcuna paura per l'innovazione, le ricerche scientifiche e tecnologiche applicate alla produzione. Il tutto entro un quadro che non smarrisca mai la centralità dell'uomo e consideri scienza ed economia dei mezzi e non dei fini, come più volte ribadito dal magistero sociale della Chiesa.

Il nostro impegno è volto inoltre a favorire soluzioni etico -sociali ai conflitti sempre più numerosi e profondi che dilaniano i nostri tempi, con lo scopo di promuovere la solidarietà tra le classi, di trovare da un lato nella funzione sociale del capitale l'elemento etico dell'economia e, dall'altro lato, nella valorizzazione della piccola proprietà e nella partecipazione dei lavoratori alla vita dell'azienda, il mezzo di maggiore stabilità e pace sociale, anche inter-generazionale.

Una grande prospettiva politica: costruire insieme la “famiglia dei popolari” sul modello europeo

Per incarnare concretamente nella polis contemporanea tale prospettiva ideale, mettere a pieno frutto il meglio dell'eredità democratico-cristiana e laico-riformatrice di stampo umanistico, rendere realmente praticabile l'alternativa politica al modello antropologico, culturale e politico che ha per cardine la sinistra e, come dimostrano i recenti risultati elettorali, per sconfiggere sempre più forti tentazioni astensioniste e di mera protesta anti-sistema, serve in Italia, in particolare nella nostra regione, la ricomposizione di un ampio fronte, dalle radici antiche e dal coraggioso sguardo verso il futuro, fondato sull'apporto della cultura d'ispirazione cristiana e di tutte quelle forze laiche d'impronta personalistica, che guardino come prospettiva reale alla costituzione, anche nella nostra nazione ed in Toscana, di un modello legato al Partito Popolare Europeo.

La concretezza del patto operativo: partire dal laboratorio toscano per andare oltre

Entro tale logica condivisa, sia a livello di valori che di progetto politico (condizione previa per avviare la fase del “patto operativo”) serve, proprio a partire dalla Toscana, il superamento della meccanica riproposizione di uno schema culturale ed elettorale di centro-destra, con il conseguente allargamento da un lato verso altre forze popolari e di centro, liberal-democratiche, riformatrici, autonomiste, dall'altro verso quella ricchissima galassia di associazioni, movimenti civici e di base che vogliono il cambiamento a prescindere dalle ideologie, in un contesto chiaramente alternativo alla sinistra. Entro tale disegno è possibile coinvolgere anche molti elettori delusi provenienti da quella stessa area, che aspirano ad un nuovo progetto di governo per la loro regione.

Ecco perchè, da Vallombrosa, lanciamo l'idea di denominare questa nuova realtà progettuale “PATTO PER LA TOSCANA”.

Basi etiche e deontologiche per il patto con gli elettori

La formazione di questo “grappolo” toscano indirizzato al cambiamento non può essere un mero aggregato di convenienza, nè il tentativo – come insegna il Vangelo – di mettere vivo nuovo in otri vecchi. La novità dell'esperienza deve risaltare immediatamente dagli impegni che “il patto”(ovvero i soggetti aderenti) stabiliscono con gli elettori. Alcuni esempi:adesione preventiva degli aderenti alla comune “carta dei valori”; provato rispetto da parte di associazioni, movimenti e partiti aderenti delle norme statutarie e regolamentari interne (in base al principio che non si può imporre ad altri ciò che non si vive in proprio, creando così una non democraticità di fatto); impegno a formare liste composte in base al curriculum personale, democraticamente scelte con regole chiare ed immodificabili già in partenza, che affidino agli elettori la scelta nominativa dei candidati; divieto di cumulare incarichi politici ed istituzionali e limite massimo dei mandati elettivi a due nello stesso organo, ;con un percorso indirizzato ad un fisiologico ricambio, non solo generazionale.

La difficile via del progetto:i costi del pensare per il fare

Se vogliamo essere credibili, occorre scegliere la via del progetto e non del programma, che non può essere la facile elencazione di problemi, ma la gerarchia delle priorità, proponendo per ogni tema: diagnosi, terapia, costi e tempi. Questo implica, per la nostra regione (ma il metodo è estensibile a tutta la penisola) la focalizzazione su poche e decise contestazioni del “modello toscano”, fra queste, solo per fare alcuni esempi: la rigidità ideologica del sistema economico toscano (che prende il peggio sia dal libero mercato che dall'assistenzialismo); il deludente rapporto costi-qualità in ambito sanitario (sprecone, burocratico ed impersonale); l'esasperante lentezza (a volte quasi un sabotaggio) con cui procede il piano delle dotazioni infrastrutturali, a cui manca una qualsiasi visione d'insieme; la latitanza assoluta nel campo della valorizzazione culturale e dell'ottimizzazione delle risorse turistiche (la Toscana è ancora “venduta” come un insieme separato di cartoline pittoresche e non come un brand unico, dalla fisionomia irripetibile e di qualità assoluta, fra l'altro potenziale miniera per l'occupazione giovanile).

La costituzione di un'area d'ispirazione cristiana, riformatrice, europea, alternativa alla sinistra non può attendere. E' tema urgente che riguarda il futuro prossimo. Dinanzi a questa responsabilità, veramente impegnativa, non possiamo nasconderci!

MOVIMENTO POPOLARI TOSCANI EUROPEI (PTE)

Vallombrosa, 26 Giugno 2013