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SPECIALE

DA DEMOCRISTIANI NEL PDL : IDEE E STILE SENZA SCONTI

Iniziamo la nuova stagione politica con un nostro speciale, che coincide con un momento delicatissimo sia della vita del nostro Paese che di quella interna al PDL: Come sempre, cerchiamo di non perdere neanche un grammo di lucidità e mantenere la barra del timone verso la direzione giusta. In questo speciale abbiamo inserito : 1. Un comunicato stampa (inviato agli OO.II. in data 31 Agosto 2010) 2. Una riflessione storico –politica del Prof . Andrea Poli sulla comune ispirazione democratico – cristiana. Vi invitiamo ad inviarci vostre considerazioni in materia. La Redazione..

1. COMUNICATO STAMPA del 31 Agosto 2010-08-31

I Popolari Liberali fiorentini e toscani, movimento che, a livello nazionale, fa capo al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sen . Carlo Giovanardi, hanno redatto la seguente nota, trasmessa agli organi di informazione:

“In questa fase delicata per la vita del PDL e, più in generale, del nostro Paese, non possiamo tacere su alcune cose che politicamente ci stanno a cuore.

Potremmo dire, riassumendo, che DA DEMOCRISTIANI CHE MILITANO NEL PDL E’ NOSTRA INTENZIONE PORTARE AVANTI STILE ED IDEE SENZA PIU’ SCONTI.

Da tempo ci siamo accorti, in particolar modo in Toscana, che nel PDL la cultura politica democratico – cristiana crea un diffuso fastidio e, scientificamente, alcuni cercano di surrogarla cooptando cattolici o che non sono stati democristiani o che nascondono di esserlo stato.

Noi, invece, che siamo nel PDL per coerenza con una marcata ispirazione di fondo, cercheremo con determinazione tutte le alleanze interne utili per alzare più possibile il tasso di cultura politica, stile e idee democristiane in una partito che, fino a prova contraria e addirittura dalla sua fondazione, per volere dello stesso Presidente Berlusconi, viene definito “la costola italiana del PPE”.

A fronte di questo deficit politico, esiste il problema oggettivo della mancanza di momenti ufficiali di confronto dentro gli organi del PDL, salvo qualche eccezione affidata alla sola sensibilità individuale dei dirigenti, come nel caso del Comitato provinciale di Firenze. Tra queste eccezioni, purtroppo, non rientrano né il Comitato regionale né quello del Comune di Firenze.

E’ per questo che, avendo alle spalle la tradizione di chi antepone i problemi e gli interessi della comunità all’ inerzia forzata degli organi di partito, non possiamo tacere a riguardo di alcuni tra i temi più caldi della realtà fiorentina e metropolitana, che si intrecciano con la stessa dimensione provinciale. Anche perché , così facendo, si corre il rischio di dare involontariamente una mano al Sindaco Matteo Renzi, di cui ogni giorno di più i fiorentini scoprono l’inconsistenza e, quello che è più tragicomico, comincia ad essere bersaglio critico del suo stesso partito, il PD.

Entrando in merito ai problemi concreti, ad iniziare da quelli del capoluogo, partiamo dalla constatazione fondamentale: il Sindaco Renzi, a parte i grandi proclami preventivi, ad oggi sa solo chiudere (Piazza Duomo), distruggere (pensilina Toraldo di Francia) e cancellare qualche scritta , ma è totalmente incapace di costruire, attraverso un progetto organico, IL FUTURO E L’ANIMA DI FIRENZE.

Facciamo solo alcuni esempi, che, coerentemente con quanto abbiamo sempre sostenuto nelle aule consiliari e nelle assemblee di partito, a nostro parere sono fondamentali sia per la città, per l’intera

Provincia e con indiscussi riflessi regionali.

VIABILITA’ E MOBILITA’ : è giunta l’ora di superare gli interventi di piccolo respiro e cabotaggio all’interno del sempre più polveroso e spopolato salotto cittadino. Serve una nuova viabilità intorno a Firenze che finalmente completi i tratti mancanti di quella che diventerebbe LA CIRCONVALLAZIONE CITTADINA (vedi ad esempio il collegamento fra Careggi e Rovezzano).

TAV E STAZIONE FOSTER: ribadiamo quanto da noi sempre sostenuto ovvero che la soluzione dell’attraversamento sotterraneo è insostenibile per una città fragile come la nostra. Posizione portata avanti anche dal Capogruppo Giovanni Galli. La proposta alternativa può essere quella di un passaggio in superficie (nuova linea o passaggio su parte del percorso esistente) abbinata all’utilizzo come stazione di Castello (vera e propria porta di accesso alla città) o, in subordine, Campo di Marte.

AEROPORTO: evitando una giungla di proposte confuse e che si elidono a vicenda, puntare secco sul progetto DELLA PISTA PARALLELA all’autostrada, che può trovare un punto di equilibrio con il così detto Parco della Piana.

TERMOVALORIZZATORE E ATO: in coincidenza con la recente revisione del perimetro degli Ambiti Territoriali Ottimali, che, nel nostro caso, vede inserite tre realtà provinciali (FI, PO, PT), puntiamo alla costruzione, con tutte le possibili e più moderne garanzie ambientali, di un solo termovalorizzatore, che, però, non vada ad appesantire ulteriormente quelle aree metropolitane già oberate di servizi collettivi.

SANITA’, SOCIETA’ DELLA SALUTE E POLITICHE PER LA FAMIGLIA: la recente bocciatura delle Società della Salute da parte della Corte dei Conti della Toscana conferma il nostro giudizio sull’intollerabile burocratizzazione del sistema sanitario, a cui si aggiungono, trasformando il danno in beffa, maggiori spese per la comunità e risposte né efficaci né efficienti. Queste società, che si riducono a meri meccanismi procedurali, non rispondono quindi assolutamente alle necessità ed ai veri bisogni dei cittadini – utenti. Per evadere le lunghe liste di attesa, si cercano risposte nel volontariato, soprattutto cattolico. Al riguardo, gli enti preposti, invece di continuare a finanziare imprese private protette politicamente e spesso gestite da personaggi di provenienza politica, su frontiere particolarmente esposte come la famiglia e la non autosufficienza, dovrebbero sostenere più strategicamente il settore no profit ed il vero volontariato.

Ancora nessun accenno a forme regionali di sostegno alla natalità – promesse dal Governatore Rossi in campagna elettorale – e di interventi concreti a prevenzione dell’aborto.

Di tutte queste problematiche, di metodo e di contenuto, e di molte altre ancora ne abbiamo già parlato, nel corso di un giro informale di consultazioni con rappresentanti istituzionali, esponenti delle varie componenti interne e con alcuni leaders regionali del PDL.

Ora però esigiamo di discuterne al più presto negli organi competenti del partito, pronti a far valere democraticamente le nostre idee e, come prassi, specialmente in un grande partito come il PDL, contribuire alla determinazione di una sintesi sempre più urgente.

Allo stesso modo inizieremo un giro supplementare di incontri con tutti coloro che, nel centro –destra, Lega Nord compresa, hanno interesse a rafforzare, proprio a partire dalla Toscana, i valori ed il progetto politico alternativo al centro – sinistra.

DA DEMOCRISTIANI NEL PDL, AUGURANDOCI CHE LE PROSSIME VERIFICHE PORTINO UN ESITO CONDIVISO, IN NOME DEL NOSTRO STILE E DELLE NOSTRE IDEE, SIAMO COMUNQUE PRONTI A FARE SCELTE AUTONOME, ANCHE IN VISTA DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI AMMINISTRATIVI”

Franco Banchi Coordinatore regionale dei Popolari Liberali

Membro del Comitato regionale PDL

Manola Aiazzi Coordinatrice dei Popolari Liberali Provincia di Firenze

Vice- coordinatore provinciale PDL

Paolo Tognoni De Pugi Coordinatore dei Popolari Liberali Comune di Firenze

Vice – coordinatore PDL Comune di Firenze

Andrea Poli Membro Comitato provinciale PDL della Provincia di Firenze

2. APPUNTI SULL’ATTUALITA’ DELLO STILE DEMOCRATICO – CRISTIANO

  1. Esistenza di un fondamento ideale e culturale alla base del partito

L’impegno sociale e politico dei cattolici italiani ha la sua radice nel pensiero sociale moderno della Chiesa, a partire dalle encicliche “Rerum novarum” (1891) e “Graves de communi” (1901), con le quali Leone XIII coltivava il progetto di “cristianizzazione della vita moderna e di

ammodernamento della vita cristiana” (J. Schmidlin).

Lo stesso concetto di “democrazia cristiana”, che risale all’inizio del XIX secolo, indicava all’inizio un ordine etico-sociale ispirato ai princìpi della dottrina della Chiesa (così ancora in Giuseppe Toniolo), e solo in séguito si è realizzato in movimento politico tendente ad assumere la forma di partito, in Italia con Luigi Sturzo (1871—1959) e il Partito Popolare Italiano (1919).

Ciò marca una sostanziale differenza dai partiti attuali nei quali, come sostienuto da E. Galli della Loggia, è avvenuta prima la nascita sullabase di aggregati di interessi economici, e solo dopo la ricerca di un’identità (il che non significa che tale identità sia stata effettivamente acquisita; cfr. anche Dizionario essenziale, v. “Partito politico”).

  1. Partito popolare per metodo democratico e radicamento nel territorio, selezione per merito della classe dirigente e degli eletti (preferenze)

La derivazione da un’esperienza religiosa e da un pensiero sociale condivisi ha prodotto un metodo democratico di gestione delle scelte del partito – fondato sul rispetto della dignità di ogni persone e quindi di ogni socio del partito.

A sua volta, il rispetto nei confronti degli iscritti e la valorizzazione del loro contributo ha motivato la partecipazione popolare, la diffusione e il radicamento capillare sul territorio, congressi frequenti, selezione per merito della classe dirigente e degli eletti (grazie a leggi elettorali che prevedevano le preferenze).

  1. Partito nazionale a struttura sussidiaria e autonomistica

La caratterizzazione di partito nazionale permetteva la visione complessiva dei problemi in funzione degli interessi generale del Paese; la struttura democratica garantiva - insieme ad una più larga partecipazione all’elaborazione di proposte – il contributo competente alla individuazione e alla soluzione dei problemi da parte di una pluralità di persone.

Dall’altra parte, lo statuto garantiva l’autonomia delle decisioni al livello locale, dalle linee di politica amministrativa alla selezione delle candidature al Parlamento. (Memorabile in questo senso l’intervento di De Gasperi nel 1953 presso la segreteria fiorentina della DC per chiedere la ricandidatura di Renato Cappugi, dato che le candidature erano decise a livello provinciale.)

  1. Personalità eminenti

Tali modalità di gestione – e non solo le circostanze storiche che condussero dirigenti e militanti della DC a formare la propria identità nella persecuzione del periodo fascista - permisero la selezione dal basso di una classe dirigente capace e rispettata, oltre che legittimata dal voto di preferenza nel partito e nelle istituzioni. Le degenerazioni di arrivismo e di mediocrità nella classe dirigente potevano essere limitate e confinate ai livelli inferiori dell’organizzazione del partito grazie alle regole statutarie. Dedizione e generosità della classe dirigente democristiana – con il rispetto popolare che spesso ne conseguiva - si spiegava appunto con il retroterra ideale e con l’esistenza di ragioni vitali e esistenziali per cui si faceva politica, e appunto con la considerazione del partito come semplice strumento operativo per realizzare un progetto ideale.

Le stesse “correnti”, la cui esistenza viene ritenuta un aspetto deteriore, sono state l’espressione di modi diversi di interpretare il rapporto fra la Chiesa e la politica (Baget Bozzo), ovvero rappresentavano una pluriformità di visione ideale, invece che un sintomo di personalismi e di lotte di potere in un vuoto di idee e progetti.

  1. Riferimento ideale all’insegnamento sociale della Chiesa

Come è avvenuto per la “Rerum Novarum”, la tradizione democratico cristiana continua a essere rappresentata in chi fonda la propria attività politica sul pensiero sociale della Chiesa più recente, dalla “Laborem exercens”, la “Sollicitudo rei socialis” e la “Centesimus annus” di Giovanni Paolo II fino alla “Caritas in veritate” di Benedetto XVI, nel solco dei princìpi della laicità e della aconfessionalità della politica, e sulla base del fondamento razionale e laico di questo pensiero.

ANDREA POLI