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L’INTERVISTA

BANCHI: “IL PDL TOSCANO HA UNA STORICA OCCASIONE PER INTERCETTARE PIENAMENTE IL VOTO CATTOLICO. FACCIA BENE LE LISTE PER LE REGIONALI”

Nell’imminenza delle elezioni regionali di Marzo, riportiamo di seguito un’intervista a Franco Banchi, coordinatore regionale dei Popolari Liberali e membro del Comitato toscano del PDL.

D. Di recente Avvenire, giornale della CEI, ha criticato senza mezzi termini l’UDC di Casini. Cosa ne pensa?

R. Mi è sembrato particolarmente azzeccato il titolo: “Se nell’UDC il gioco prevale sulla fisionomia valoriale”. E’ proprio a causa di questo arzigogolato e levantino terza –forzismo che anche noi, insieme al Sen. Giovanardi, abbiamo abbandonato l’UDC. Siamo in politica per avvicinare l’Italia al quadro europeo, che vede competere, senza drammi e strappi per la democrazia, due grandi famiglie politiche: quella del PPE e l’altra legata al socialismo democratico. Casini non può stare in modo ondivago sul mercato politico italiano, oscillando tra Berlusconi da una parte, Bersani e Di Pietro dall’altra, mentre in Europa, come se niente fosse, è saldamente radicato nel Partito Popolare. E’ chiaro, come ha ben colto il quotidiano dei Vescovi, l’intento di incamerare più poltrone possibili sia a destra che a manca.

D. Secondo lei come reagiranno gli elettori della grande famiglia democristiani alle prossime regionali?

R. Premetto che gli elettori democristiani ormai da lungo tempo hanno metabolizzato il sistema bi-polare, proprio in sintonia con quello europeo. Le statistiche e non le suggestioni ci dicono che la maggioranza dell’elettorato democristiano, ma ciò vale anche per l’elettorato socialista, è già schierata con il centro –destra. Da studi fatti, l’elettorato Udc, già nelle ultime politiche, ha cambiato composizione, risultando ormai prevalenti coloro che provengono dall’ex –Margherita. In pratica, la mutazione genetica è già avvenuta. Ecco perché al PD sembrava naturale andare a comporre alleanze organiche con Casini, magari lasciando intravedere a PierFerdinando il traguardo della candidatura a premier per le prossime politiche. Ma a Casini non conviene legarsi a questo o a quello, sta nel centro mobile e da tale postazione, furbescamente, dosa prese di posizioni e alleanze. Il gioco è troppo scoperto per funzionare. Gli elettori sono più intelligenti di quanto si pensi.

D. Ormai sono assestati anche i giochi per le regionali toscane: Faenzi, Rossi, Bosi…

R. Per le candidature alla Presidenza i giochi sono fatti. In casa PDL la scelta per un’ autorevole candidatura femminile era da tempo nelle cose e, soprattutto, nelle corde del Presidente Berlusconi.

Non dimentichiamoci che l’On. Faenzi rappresenta la Toscana al femminile dei municipi, dei buoni amministratori e, nel suo caso, anche la Toscana a volte dimenticata, ma ricca di risorse e creatività.

Quella di Enrico Rossi era una candidatura stra- annunciata. Ormai è quasi tradizione che l’assessore uscente alla sanità (ben 10 anni di governo) sia il designato. Di Bosi non parlo poiché si tratta di mera candidatura di bandiera.

D. E per le candidature a consigliere a che punto siamo vista la cancellazione delle preferenze?

R. Non entro in merito, poiché è giusto lasciar lavorare gli organi del PDL, in particolare quelli regionali e nazionali. Senza il voto di preferenza è fondamentale comporre liste equilibrate e rappresentative di tutte le aree culturali presenti nel partito, a cominciare da quella che, in relazione all’aggancio europeo del PPE, rappresenta la tradizione e l’ispirazione cristiana. Vista la corsa alternativa dell’ UDC, sarebbe un grave errore non rendere plastica nelle liste PDL la presenza di candidati che per storia personale ed esperienza politica possono coprire a tutto tondo l’ area popolare e cristiana. Non solo: certi venti che soffiano in direzione della Lega, anche nel mondo cattolico, richiedono una rapida e profonda riflessione all’interno del PDL toscano. Liste bilanciate, anzi a forte presenza di candidati decisamente ancorati alla dottrina sociale della Chiesa, limiterebbero le incursioni elettorali della Lega, forte dei roboanti slogan sulla difesa dei valori che, in mancanza di reali alternative, rischiano di fare breccia sull’elettorato cattolico – identitario.