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PUNTOTOSCANAPPE GUARDA CON ATTENZIONE AD ALEF

Guardiamo con attenzione alla nascita di ALEF –Associazione Liberi e Forti, che ,nei giorni scorsi, ha elaborato un interessante documento – appello, sia in lettera che in spirito perfettamente all’unisono con il nostro progetto culturale e politico. In attesa di sviluppare rapporti sempre più stretti con questa significativa realtà del panorama italiano, pensiamo di far cosa gradita riportando: 1. Il testo del già citato documento –appello 2. Un commento relativo all’iniziativa dell’amico Ettore Bonalberti.

Documento appello dell'associazione

"ALEF – Associazione Liberi e Forti"

In un momento delicato della politica italiana, a 90 anni dall’appello sturziano ai “Liberi e Forti”, si sono riuniti a Lonato di Brescia il 28 Novembre 2009, donne, uomini, anziani e giovani che ritengono doveroso e necessario impegnarsi in questo momento di trasformazione sociale ed economica che interessa il nostro Paese nel quale l'integrazione europea è diventata parte della nostra vita quotidiana; provenienti da diverse esperienze culturali e politiche, le quali, tuttavia, fanno tutte riferimento ai valori del popolarismo sturziano e si riconoscono nei programmi politici del Partito Popolare Europeo, essi hanno deciso di costituire l'Associazione di informazione politicoculturale denominata “ALEF” ( Associazione Liberi e Forti) sulla base di un impegno fondato su valori e tradizioni che hanno permesso all'Italia di trasformarsi da "terra povera" e di "dolorosa emigrazione" in un'area tra le più industrializzate del pianeta; valori e tradizioni che si basano sul primato della persona e della Famiglia e sulle realtà associative che, operando in ambito sociale, economico, culturale e politico, intendono continuare la nostra tradizionale "voglia di fare insieme" anche ricorrendo agli strumenti più avanzati delle moderne tecnologie. Tradizione sturziana declinata secondo gli orientamenti pastorali espressi da Papa Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate”.

Siamo impegnati per la costruzione di un'Europa dei valori, unita, aperta, diversa e più umana, che tragga linfa vitale dalle sue radici cristiane e delle libertà civili, all'interno della quale le peculiarità e le particolarità regionali e locali possano lavorare assieme per promuovere il benessere di tutti.

Sosteniamo l’idea primaria di un’Europa dei popoli e non di un’Europa dei poteri finanziari forti per la costruzione degli Stati Uniti Europei, realtà istituzionale sovranazionale, secondo la visione che fu dei fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman.

Crediamo in un libero mercato ed una libera concorrenza che sono alla base di un "welfare" che sappia coniugare in modo equilibrato libertà individuale, responsabilità personale, sviluppo economico e solidarietà sociale.

Sono gli stessi principi e valori che hanno caratterizzato le nostre diverse esperienze politiche di provenienza e condivisi con il Partito Popolare Europeo al quale il costituendo Partito del Popolo della libertà si ispira ed intende aderire.

L'Associazione "ALEF" vuole essere un luogo di elaborazione e di progettualità politica, luogo di incontro e confronto, laboratorio di idee diffuso in tutto il territorio nazionale, riconoscendo il primato della liberta' di espressione e di informazione mutuando ai mass media tradizionali anche l'uso fondamentale della rete internet per garantire il pluralismo e la democrazia.

Riconosciamo il primato della politica come momento di sintesi ideale e come luogo di rappresentanza reale di bisogni diversi e diffusi; per una politica che rifugga le inutili conflittualità personalistiche e di parte e che riassuma i valori del popolarismo inteso come diretta partecipazione dell'Uomo - Cittadino alla costituzione del futuro suo e dei suoi Figli.

Siamo convinti assertori di un sistema elettorale proporzionale e bipolare nel quale il premio di maggioranza con sbarramento favorisca l'aggregazione fra i partiti e scoraggi la frammentazione dell'elettorato, ma intendiamo impegnarci con urgenza per modificare la legge elettorale in vigore che, con l'abolizione delle preferenze, ha di fatto eliminato ogni forma di legittimazione popolare alle classi dirigenti parlamentari.

Così pure intendiamo lavorare con grande impegno per sostenere e rafforzare in Italia, sul modello del Partito Popolare Europeo, il partito dei moderati e dei riformisti che, da un lato, raccolga nel proprio seno tutte le grandi tradizioni politico - culturali del nostro Paese (da quella cattolico - popolare a quella socialista riformista, da quella liberal - democratica a quella nazional - unitaria) e che, dall'altro, sia caratterizzato dalla più ampia democrazia interna e da una struttura organizzativa federale: solo le questioni riguardanti la politica estera, la politica economica nazionale e la politica istituzionale devono essere riservate alla competenza del livello nazionale del partito, mentre tutto il

resto (compresa la selezione delle classi dirigenti locali e nazionali) deve essere affidata alle istanze locali e regionali.

La politica non deve essere esclusivamente strumento per vincere le competizioni elettorali, ma deve agire per salvaguardare e costruire anche gli interessi delle generazioni future, alle quali dobbiamo saper garantire quel lungo periodo di pace, di libertà e di benessere che i nostri padri hanno assicurato a noi.

Sosteniamo con forza l'idea di uno Stato Federale che sappia essere popolare e che nelle sue articolazioni territoriali riconosca le funzioni costituzionalmente garantite dei Comuni, delle Province, e delle Regioni.

Viviamo l'autonomia locale come forma di massima libertà, esaltando la partecipazione responsabile nel rispetto del principio di sussidiarietà in quella prospettiva europea che oggi ci appartiene. Una sussidiarietà tuttavia che deve riguardare non solo le istituzioni, ma anche il rapporto tra istituzioni e società civile; ciò che può fare meglio il cittadino, singolo o associato, non deve essere fatto dalle istituzioni pubbliche.

Diamo vita, dunque, ad un modello di valori e di democrazia che sappia coinvolgere tutti coloro che fanno riferimento agli ideali e ai programmi del Partito Popolare Europeo, tutti coloro che con entusiasmo e motivazione ideale intendono mettere a disposizione le propria intelligenza, capacità e professionalità per il bene comune.

Intendiamo costruire insieme un movimento di ampie convergenze, capace di superare antiche e nuove divisioni per ritrovare nei valori del popolarismo sturziano declinati secondo le indicazioni pastorali della “Caritas in veritate” la nostra ragione di impegno politico.

Senza alcuna nostalgia di un passato, pure carico di indiscutibili positività, crediamo sia giunto il momento di unire tutte le energie locali, provinciali , regionali e nazionali affinché, la nostra cultura politica sia meglio rappresentata ben al di là della compromissoria formula del 70/30 con cui è nato il Partito del Popolo della Libertà.

Un'azione capillare di promozione del dibattito culturale e politico su tutto il territorio nazionale verrà attivata per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini che intendono dare il loro fattivo contributo alla costituzione su basi realmente democratiche del Partito del popolo della libertà.

Le sottoscritte associazioni e i firmatari del presente documento si impegnano a realizzare la rete di ALEF (Associazioni Liberi E Forti) come occasione e strumento di confronto, informazione e formazione politica a livello nazionale e locale.

Lonato, 28 Novembre 2009

1. I circoli veneti di “Insieme”

2. Associazione “Noi del PPE” di Milano

3. Popolari Liberali di Milano

4. Movimento Popolare Veneto

5. Democrazia Cristiana per le autonomie di Padova

6. Centro culturale Ermes di Sabbioneta (MN)

7. Alleanza di Centro di Lonato del Garda (BS)

Commento alla nascita di ALEF

Con l’avvenuta formazione della rete delle associazioni che si rifanno al popolarismo sturziano declinato secondo gli orientamenti pastorali della “Caritas in veritate”, si è avviato un percorso dal Veneto e dalla Lombardia destinato a svilupparsi in tutte le regioni italiane con coloro (Associazioni. Movimenti, circoli, centri studi e cittadini) che si riconoscono nel messaggio ai Liberi e i Forti contenuto nel documento finale di Lonato del Garda.

Come nel Veneto i circoli dell’associazione “Insieme” intendono ricollegare tutti coloro che appartengono alla tradizione cattolica e popolare liberale, per far assumere a questa componente il giusto ruolo che si ritrova a livello elettorale, così ALEF intende raccordare a livello nazionale tutti coloro che si riconoscono con i valori e i programmi del Partito Popolare Europeo.

Quanti, e praticamente la quasi totalità fra di noi, sono entrati in Forza Italia prima e nel Pdl, dopo la svolta del predellino, lo hanno fatto per la chiara scelta del Pdl all’interno del PPE.

Ora si tratta, tuttavia, di dare sostanza e valore a questa adesione che, almeno per noi, significa esattamente quanto abbiamo dichiarato nel documento finale di Lonato. (v.allegato)

Il tema dell’identità, infatti, non è più rinviabile all’interno del Pdl, per non lasciare emergere posizioni equivoche o contraddittorie su tale terreno.

Per noi l’adesione al Pdl significa sostenere “l’idea primaria di un’Europa dei popoli e non di un’Europa dei poteri finanziari forti per la costruzione degli Stati Uniti Europei, realtà istituzionale sovranazionale, secondo la visione che fu dei fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman;

Credere in  un libero mercato ed una libera concorrenza che sono alla base di un "welfare" che sappia coniugare in modo equilibrato libertà individuale, responsabilità personale, sviluppo economico e solidarietà sociale.”

Sono gli stessi principi e valori che hanno caratterizzato le nostre diverse esperienze politiche di provenienza e condivisi con il Partito Popolare Europeo al quale il costituendo Partito del Popolo della libertà si ispira e ha deciso di aderire.

Non basta affermare che ci si riconosce in questi principi e valori se si assumono comportamenti distinti e distanti quanto non apertamente alternativi ad essi.

I nostri riferimenti ideali sono quelli di Don Luigi Sturzo, con attenzione prioritaria alle esigenze delle fasce popolari, entro un'ottica interclassista che miri a quelle "sintesi sociali" tanto care alla tradizione sturziana.

Alcide De Gasperi, soprattutto con i richiami alla responsabilità, al senso dello Stato, alla laicità nella gestione delle Istituzioni, alla vocazione europea;

Luigi Einaudi per un ridimensionamento dello Stato in una prospettiva autenticamente liberale. Persone di alto profilo umano, morale e culturale del nostro "rinascimento politico" del ‘900. Don Sturzo e Alcide De Gasperi non hanno lavorato e combattuto per fare un sindacato dei valori cattolici, bensì per costruire o ri-costruire uno Stato fondato sulla Libertà, con responsabili azioni di Governo,illuminate e “possibili”.

- vero caposaldo: dottrina sociale cristiana moderna, in particolare la conciliare e postconciliare, da Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: liberalismo laico in senso genuino, cioè non laicista, e liberalismo cattolico, fino a Benedetto XVI con le indicazioni della “Caritas in Veritate” sulla società della globalizzazione, della tutela dell’ambiente, dei valori della persona e dei più deboli.

Respingeremo sempre il tentativo delle Sinistre di voler confinare i Cattolici ad esercitare la loro Fede nel solo ambito privato della coscienza e non come un’esperienza di vita vissuta nella società, con i valori e i principi che si richiamano all’insegnamento di Gesù Cristo e al magistero della Chiesa cattolica espresso tramite la sua dottrina sociale.

Analogamente contrasteremo democraticamente ogni azione e proposta di chiara matrice laicista che si ponesse in netta contraddizione con tali principi sul piano della bioetica, del primato della persona e della famiglia coniugale fondata sul matrimonio, della difesa della vita dal suo concepimento sino alla fine di ogni persona.

Ma per perseguire con reale determinazione questa identità la precondizione all’interno del Pdl come in qualunque altro partito che in Italia intende riferirsi al PPE, resta quella della garanzia di un autentico assetto democratico del partito.

Due sono le condizioni essenziali per garantire al PDL, come ad ogni altro partito che intende rifarsi al PPE, una reale democrazia interna:

  1. Collegialità nelle decisioni, ossia le scelte non siano mai solitarie, ma frutto di organi collegiali aperti al libero confronto e al dibattito (così e solo così la DC poté governare per quasi 50 anni, superando momenti terribili come quelli seguenti all’omicidio di Aldo Moro). Decisioni solitarie possono anche essere assunte vincenti in una fase di grande potere popolare e carismatico, ma non saranno mai di lunga durata. Aldo Moro ci ha insegnato che, specie nei momenti delle scelte più difficili :” sia meglio sbagliare insieme che avere ragione da soli”.
  2. Elezione diretta di tutti i dirigenti a tutti i livelli e con voto segreto, avendo la consapevolezza che, senza competitività democratica interna non si seleziona una classe dirigente ma solo dei cooptati, inevitabilmente ridotti o riducibili a condizione servile e per i quali vale sempre ricordare un insegnamento essenziale di Carlo Cattaneo secondo cui: “chi educa al servilismo è destinato a raccogliere, prima o poi, il tradimento”. Un partito può anche essere strutturato rigidamente centralista, ma non resiste se non vige al suo interno la democrazia. L’alternativa è il centralismo democratico, oppure l’anarchia o la cooptazione sistemica senza futuro.

E’ evidente allora la necessità di superare la norma transitoria e finale dello Statuto del Pdl che, di fatto, congela la possibilità di libere elezioni delle dirigenze a tutti i livelli per almeno tre anni, assegnando al presidente del Partito e, attenzione, in caso di impedimento al suo Vice, tutti i poteri in materia di nomine.

Avviata giustamente la fase del tesseramento diventa ineludibile attivare sistemi elettivi diretti di tutti i dirigenti ai diversi livelli con voto segreto, come essenziale sarà procedere alla scelta dei candidati attraverso elezioni primarie fra tutti gli iscritti e i simpatizzanti.

Sono questi gli impegni che ALEF dovrebbe assumere sin d’ora, tanto sul piano dell’identità del partito che su quello della sua concreta organizzazione interna.

Ettore Bonalberti- Venezia, 30 Novembre 2009