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LA NOTA POLITICA

IL PPE ITALIANO NON PUO‘ ESSERE IL PALIO DI UN DUELLO RUSTICANO

In questi ultimi giorni i nostri elettori, sempre in maggior numero, ci chiedono lumi sulle diatribe interne, anzi platealmente pubbliche, al PDL.

Le domande coprono un ventaglio molto ampio, ma, nella sostanza, si concentrano su un unico punto: le “divergenze” tra il Cavaliere ed il Presidente della Camera sono riconducibili a motivazioni politiche o a questioni personali?

Sinceramente, chi scrive non ama porre la questione nei termini sopra descritti. Primo perché dall’antica polis greca in poi, ma direi da sempre, è praticamente impossibile e quasi capzioso distinguere il profilo politico da quello personale ( processo a Socrate docet ). Secondo perché il termine “politico” significa tutto ed il contrario di tutto, oscillando dall’ accezione più bassa di potere per il potere a quella più nobile di servizio al bene comune; il tutto nella realistica consapevolezza che in mezzo a questo mare si sta spesso tra un porto e l’altro.

Proprio per evitare risposte stereotipate o di comodo è bene imboccare un’altra via, tanto più scomoda quanto più vera. E’ la strada, sicuramente meno ipocrita e pilatesca, che ci fa dire pane al pane e vino al vino. In sostanza, proprio per andare al nocciolo della questione: il progetto del PDL, sezione italiana del PPE, è troppo alto ed impegnativo, a livello di valori, contenuti e strategia, per esaurire le proprie energie, potenzialmente enormi, nel cul de sac di un duello rusticano in cui uno vive e l’altro muore. Il grande disegno del PPE italiano merita scenari e prospettive diverse, non depauperabili, sia nella sostanza che nella forma, nel pantano della contingenza nostrana.

Che fare dunque? Tornare con una “rivoluzione” ( in senso etimologico) al punto di origine ovvero l’ancoraggio del PDL al PPE. Nel tentativo, che non deve fallire, di inscrivere le storie personali ( alcune delle quali prestigiosissime ) in quella più grande del popolarismo europeo nell’ Italia del XXI secolo. Il contrario sarebbe infatti inaccettabile.

Ecco perché, fin dalla pre – fondazione del PDL, sia in privato che in pubblico, abbiamo chiesto sino allo sfinimento che il partito, a prescindere dall’eccellenza dei carismi personali, si fondasse su due pilastri ( si passi il paradosso ) “anonimi”: le regole ed i contenuti o, se preferite, i contenuti e le regole. Una casa solida, ben costruita sulla roccia, ben sorretta da antiche fondamenta e dotata di tutti gli strumenti utili per il futuro, mantiene la propria identità nel tempo anche se i suoi autorevoli residenti cambiano.

Da antico e nuovo democratico – cristiano, che ora milita in modo non acritico nel PDL, vorrei che lo sterile tifo di oggi tra guelfi e ghibellini si tramutasse in appassionato e concludente dibattito sui contenuti e sulle prospettive del Paese e della sua democrazia . Ecco perché prendo come esempio proprio ciò che è successo oggi, giorno in cui il gruppo PDL al Senato ha presentato, facendola propria, una proposta di legge elaborata dal movimento italiano per la vita riguardante il riconoscimento del nascituro come figura giuridica..

Ecco un esempio limpido e lineare di quale solco possa e debba seguire il PDL – PPE. Ogni arretramento o involuzione rispetto a questa prospettiva di origine sarebbe, nei fatti, a prescindere dai tempi dell’agonia, la morte del partito.

Gli elettori ci guardano forse più preoccupati che attenti, poiché l’attenzione è sempre figlia del coinvolgimento e di una chiamata alla responsabilità. E non si può, parola di insegnante, chiedere attenzione se prima non si dimostra di esercitare noi stessi e fino in fondo una responsabilità.

Il PDL, proprio mentre ci avviciniamo alle elezioni regionali, ha un’ enorme responsabilità. Fare i balocchi con questa responsabilità sarebbe imperdonabile per la storia europea del PPE, per l’assoluta bontà del progetto PDL in sé e, soprattutto, per il bene dell’Italia, la cui democrazia potrà dirsi “compiuta” soltanto alla fine di questa ardua ed impegnativa stagione.

FRANCO BANCHI

Coordinamento Regionale PDL della Toscana

Firenze, 3 Dicembre 2009