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LA NOTA POLITICA

PDL ED UDC IN TOSCANA: LA SOSTANZA E L’ACCIDENTE

In queste settimane sembra che l’unica occupazione dei dirigenti del PDL in Toscana sia stata quella di “inseguire” l’UDC in vista delle imminenti regionali, quasi che quest’ultima fosse il perno e la sostanza imprescindibile di ogni possibile alleanza vincente.

“Nulla è ciò che appare”. Così parlava il Filosofo Eraclito, chiamato l’oscuro, ben prima che ce lo ricordasse Franco Battiato. Anche in questo caso l’apparenza ha creato un’illusione ottica. In realtà è stata l’UDC toscana, molto più abile nel gioco delle parti che nella strategia, a dare artatamente l’impressione di essere cercata con insistenza, quasi corteggiata da un PDL che “avrebbe” perduto la testa per lei. Le bacchettate di Pier Ferdinando Casini (non casualmente comminate da quel di Siena, vera capitale della Toscana che conta) ai suoi diarchi, Poli e Bosi, ne sono l’ultimo esempio di scuola. Come alle comunali di Firenze, dopo ripetuti e stucchevoli giri di walzer, l’UDC finirà per correre da sola. Da una parte non avrà lo stomaco, dopo una collocazione storica che in regione l’ ha vista sempre all’opposizione, per abbracciare il centro – sinistra; dall’altra non vorrà fare un regalo gratis a quel PDL contro cui sta alzando barricate a Roma. E’ proprio questa posizione delle finte “mani nette”, né con il PD né con il PDL, che in Toscana, in cambio di un mezzo pugno di voti al partito di Casini, alle ultime amministrative ha fatto vincere in molti Comuni importanti la sinistra.

Ecco perché il PDL non deve vivere nell’ansia questa “relazione” con l’UDC. Come nel calcio il PDL deve imporre il proprio gioco,visto che per tecnica, forza e lucidità e di gran lunga superiore all’UDC.

In politica vince chi guida i processi, chi tiene in mano il timone, non chi frena, cincischia, contratta, negozia fino all’esaurimento. Anche in questo caso, di nuovo come accade nel gioco del pallone, l’UDC toscana inciamperà su pallone per le troppe finte e perché continuerà fino all’esaurimento a dribblare se stessa.

Il PDL in Toscana ha ben altra ambizione e porta una responsabilità molto più grande. Attraverso un progetto che dovrà persuadere le elettrici e gli elettori per convinzione nei propri mezzi, spessore morale e precisi contenuti programmatici, il PDL ha il compito di aggregare intorno a sé, come il sole di Copernico rispetto ai pianeti, non solo altri partiti, a cominciare dalla Lega, (che, non dimentichiamolo, nonostante forzature ed eccessi, rimane il nostro più fedele alleato nella legittima competizione interna) , e, alle condizioni sopra descritte, l’UDC, ma tutti coloro (comitati civici, mondi economici, associazioni, liberi cittadini …) che non sono mossi solo da un intento elettorale punitivo verso chi ha fatto affondare la Toscana, ma vogliono ri-disegnare in positivo la nostra regione fuori da rigide gabbie ideologiche.

Altro, dunque, che corteggiamento esclusivo all’UDC !Altro che promessa di scegliere come Presidente designato uno dei maggiorenti del partito di Casini !

Se il PDL sarà mosso, come è giusto credere, dalla profonda convinzione che la corsa , parafrasando un celebre film,è per la vittoria e non per la semplice partecipazione, l’attrazione sul progetto politico per l’alternativa al PD maturerà in modi e tempi fisiologici.

Al riguardo occorrerà usare bene le leve del governo nei vari settori nevralgici per la Toscana, evitando di punire i toscani ma anche di “far belli” gli amministratori PD con i soldi di Roma.

Ed infine occorrerà che il PDL toscano si decida ad affrontare con maggior convinzione i rapporti con il mondo cattolico. L’occasione delle regionali è imperdibile al fine di maturare una riflessione interna sui valori e sulle azioni collegate all’ispirazione cristiana. A meno che, e sarebbe un suicidio, non si consideri l’UDC unico partito abilitato a gestire i rapporti con il mondo cattolico.

Nell’ultima riunione del Comitato regionale del PDL, tenutasi a Firenze il 26 Settembre, ha avuto ragione il Sen. Achille Totaro nel sottolineare, con riferimento alla questione cattolica, che “prima di guardare fuori, è bene partire dalle risorse e dalla valorizzazione delle persone di questa cultura che sono già nel nostro partito”.

E così torniamo al quesito iniziale: se il PDL è già sostanza, perché rincorrere l’accidente ?

FRANCO BANCHI