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LETTERA APERTA AI VERTICI PDL

Nei giorni scorsi il Coordinatore toscano dei Popolari Liberali ha inviato una lettera aperta ai vertici nazionali e regionali del PDL, ai parlamentari toscani ed ai consiglieri regionali. Ecco, di seguito, il testo integrale:

Cari Amici,

il PDL è una realtà importante anche in Toscana. Nell’ultima tornata amministrativa si è ulteriormente consolidato, ma, occorre ammetterlo, non ha sfondato.

In previsione della “madre” di tutte le sfide, quella delle regionali 2010, occorre un forte colpo d’ala. Innanzitutto bisogna avere il coraggio di ammettere che, se il PDL è l’unico perno di ogni alternativa praticabile al centro – sinistra ,non può permettersi il lusso di coltivare il mito dell’ auto– sufficienza.

Per governare la Toscana occorre attivare, fin da ora, una grande ed articola strategia di alleanze, non tanto tattiche ( come vorrebbero i fautori della teoria dei due forni ), ma di ampio respiro.

Si tratta di condividere, fin dalla partenza, che auspico immediata, un nitido e lineare percorso insieme a quei “mondi” che sono particolarmente incisivi nella nostra regione ed il cui valore supera la politica strictu sensu:

  1. L’ampia e variegata realtà dei mondi che credono nella sussidiarietà, quindi non nel mero assistenzialismo, ma nelle libertà quotidianamente incarnate, nella creatività e, last but not least, nella filosofia dei meriti. Con loro e per loro è doveroso dar vita ad un progetto prima di demolizione delle “gabbie” entro cui sono costretti ad operare e, contestualmente, di ricostruzione di quelle infrastrutture materiali ed immateriali capaci di garantire un’operosa libertà, prima umana e civile,poi economica;

  2. La fondamentale realtà della famiglia singola, delle reti familiari; la trama dei collegamenti comunitari ed associativi, che, in Toscana, ha bisogno non tanto di un riconoscimento formale e/o di magri sussidi che vengono concessi dall’alto per mano del “principe” di turno, ma di spazi distinti ed autonomi rispetto all’omologazione del “pubblico” al fine di costruire sintesi sociali equilibrate;

  3. La fitta e complessa rete del mondo delle identità civiche e della valorizzazione delle autonomie, nella consapevolezza che la Toscana non è una regione pianificabile in modo dirigistico, ma è fatta di realtà plurali e territoriali difficilmente omologabili, su cui è sempre più scivolosa la presa ideologica. Proprio dalla distinzione nell’unità può scaturire il recupero di una Toscana più autentica;

  4. L’ampia platea di coloro ( a mio parere ancora molti di più di quanto sia immaginabile ) che considerano ancora la politica come “religione di libertà”, per i quali il metodo conta quanto e forse di più dei pur importanti contenuti. In altri termini, è doveroso contrapporre alla vecchia Toscana dei riti partitici di maggioranza non una realtà uguale e contraria, ma un’altra Toscana, quella autentica. E questo a partire dalla scelta delle candidature, che non potranno che essere aperte, trasparenti, democratiche, meritocratiche.

Se sarà intrapreso questo percorso, l’approccio alle prossime regionali non verrà ridotto ad un mero livello programmatico ed al rito, tutto per linee interne, della “nomina” dei candidati ( visto che la Toscana è l’unica regione italiana ad aver abolito il voto di preferenza).

L’obiettivo dunque è quello di stabilire con tutti gli elettori, ben oltre il confine del centro – destra ufficiale, UN PATTO CON E PER LA TOSCANA, condiviso, partecipato, trasparente e progettualmente rilevante.

Nel 2000, con Altero Matteoli il centro –destra, alle regionali, superò il 40% . Da allora, di sicuro, gli spazi di manovra per dar vita ad una reale alternativa non sono certo diminuiti.

L’importante è comprendere che gli elettori di questa regione NON SI ASPETTANO SOLO L’ALTERNATIVA AL CENTRO – SINISTRA, MA UN’ALTERNATIVA PER LA TOSCANA, QUELLA AUTENTICA.

Franco Banchi