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La posizione del Presidente Fini e le radici culturali del PDL

LA REGOLA E L’ECCEZIONE

Il giudizio del Presidente Fini in merito alla ‘non opposizione ’ della Chiesa rispetto alle leggi razziali impone una ponderata riflessione anche all’interno del PDL.

La costituzione già in fase avanzata del nuovo soggetto non può basarsi solo su un’integrazione politica delle componenti a partire dalle singole storie ‘al presente ’.

Crediamo che sia necessaria una condivisione di fondo sul giudizio da attribuire alla storia che abbiamo alle spalle.

Se è vero, come dichiarato più volte dal Presidente Berlusconi, che il PDL diventerà la ‘costola italiana del PPE ’, è consequenziale che il nostro background storico – culturale dica qualcosa di ‘popolare’ ( naturalmente mi verrebbe spontaneo dire di ‘centro’ ) sulle radici chiamate ad alimentare il grande albero del centro – destra.

Questa eredità condivisa, così dice la filosofia della mediazione, non può certo riproporre l’esclusività dell’ispirazione cristiana, ma, sicuramente, deve trovare in essa il baricentro e l’anima.

Se,inopinatamente, le tre principali componenti culturali e storiche del PDL, quella d’ispirazione cristiana, l’altra laico – liberale e socialista, infine l’ultima legata alla destra sociale e nazionale delle libertà, si fossilizzassero in modo separato e parallelo avremmo forse un forte e vincente rassemblement elettorale mai un partito di respiro europeo, appartenente a pieno titolo alla grande famiglia del ‘popolarismo’. E noi vogliamo con forza, contrariamente a quanto succede nel PD, l’adesione, sia a livello storico – culturale che politico, ad un unico grande ideale europeo.

Ecco perché le considerazioni del Presidente Fini sui comportamenti della Chiesa non possono esser derubricate come intervento personale, ma richiedono un supplemento ufficiale di dibattito proprio nel momento in cui si stringono i tempi per la formazione del nuovo partito.

La nostra intenzione, quella dei Popolari Liberali, è quella di costruire il PDL sulle salde fondamenta di un patrimonio storico e pre – politico che, a partire dall’ Ottocento, con le avanzate elaborazioni della dottrina sociale della Chiesa, per proseguire poi con i ripetuti pronunciamenti ufficiali contro ogni forma di ‘stato etico ’ totalitario, ha scritto pagine incarnate di umanità e libertà.

Se, sempre per dirla con le parole del Presidente Berlusconi, il PDL può rappresentare il futuro della libertà nel nostro Paese, ciò sarà possibile, almeno a nostro parere, proprio perché siamo saldamente seduti sulle spalle di questo ‘gigante’, che, con la forza della verità, ha vinto tutte le grandi scommesse di dignità e giustizia della storia contemporanea.

E’ per questo che ci piace ribaltare il giudizio del Presidente Fini e vedere come costante per la Chiesa la regola, non l’eccezione.

Franco Banchi

Coordinatore Regionale Popolari Liberali per il PDL

Nota. Pubblicato su “Il Giornale della Toscana” del 18 Dicembre 2008