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Num. 70 del 30 settembre 2011

L'EDITORIALE

RIFLESSIONI SUL RECENTE INTERVENTO DEL CARD. BAGNASCO

E SE IL “SOGGETTO DI INTERLOCUZIONE” CI FOSSE GIA' ?

Il nostro tempo è talmente complesso da renderci difficile anche la comprensione di quelle parole che risultavano per definizione, quasi a prescindere, pure e cristalline come l'acqua. Da quando le agenzie dell'intero universo informatico italiano hanno diffuso le parole del Card. Bagnasco, ci stiamo interrogando sul loro vero significato. Ecco allora che ci chiediamo a cosa alludesse davvero il massimo esponente della CEI quando parlava della “possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica”. Per noi abituati a subire, ma anche creare i linguaggi della politica, quella posta dal Card. Bagnasco si rivela (lo ammettiamo senza vergogna) una montagna difficilissima da scalare. E ci chiediamo a voce alta: parla di un'area di decantazione pre-politica in cui far incontrare i cattolici “indipendenti”, magari appartenenti alle più influenti tra le associazioni nazionali? Oppure ipotizza un mix tra Opera dei Congressi, riveduta e corretta alla luce dei 150 anni post-unitari, ed un laboratorio di progettualità culturale, propedeutica per la politica? Ed ancora: forse immagina un forum dal DNA più marcatamente politico che, inaugurando un'area franca transitoria, metta insieme l'intera UDC, i DC che si sentono in esilio nel PD, la folta schiera, simboleggiata da Angelino Alfano, di chi si sente democristiano nel PDL in attesa del varo di un nuovo contenitore-partito? Chi può dirlo.

Ma le maggiori variabili incognite non stanno nel “soggetto”. Ci sembra che la domanda delle domande riguardi l'esatto valore che si attribuisce al termine “interlocuzione”. Per dirla meglio: chi interloquisce e, soprattutto, con chi? E' l'intero mondo (forse galassia) cattolico a cercare tale interlocuzione ? Oppure sono soltanto le parti di esso più “esposte” sulla frontiera della politica, intesa come ricerca di un link con il governo della cosa pubblica e di tutti i suoi gangli economici? O forse il polo che si costituisce come “sole” dell' annunciata interlocuzione è la CEI in quanto tale, attraverso la mediazione di possibili satelliti di progressiva congiunzione verso la politica, i partiti, il governo?

Quando parliamo dell'avventura del laico cristianamente ispirato nelle terre della polis, in spirito vicini a Luigi Sturzo, siamo tra quelli che preferiscono i pericoli del viaggio accompagnato dalla sola dote della bussola, al cammino ben più agevole, scandito da continui segnali e picchetti costruiti in partenza al fine di non perdersi.

Siamo tra coloro che apprezzano più il rischio della scommessa, navigazione in mare aperto iniziata alla prima ora, che la sicurezza di un viaggio diretto là dove tutti vanno e con biglietto già pagato.

Già qualche anno fa, quando la politica cominciava a desertificarsi, attendevamo una voce profetica. Ma la lama affilata della profezia non è arrivata nemmeno oggi. Al suo posto il “fioretto” dell'interlocuzione.

Nella nostra bisaccia di politici rimane la bussola, di cui andar gelosi come laici, che orienta la nostra ispirazione cristiana. E questa bussola, senza il bisogno di navigatori eccellenti, indica da molti anni la via del PPE. Che sia questa, “senza nostalgia e illusioni”, la vera interlocuzione?

Franco Banchi

28 Settembre 2011