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Num. 64 del 28 gennaio 2011

L'EDITORIALE

DA CRISTIANI DINANZI ALL'AGONIA DELLA POLITICA

“Sarà stato più o meno l'alba quando Don Chisciotte iniziò il cammino”. E' questa uno dei suggestivi incipit con cui M. Zambrano scuote, per dirla con uno dei titoli dei suoi libri, L'agonia dell'Europa, esortando a resistere ad un concetto pragmatico di politica, in cui la persona è considerata “un inciampo da eradere in un pettinato giardino di sole forme silenti”.

In un tempo in cui la politica si identifica sempre più con le sembianza del “Grande Fratello”, affidandosi ad una vigilanza a cui niente sfugge; subendo pianificazioni finanziarie ed economiche pensate e sviluppate come impersonali teoremi matematici; surrogata da tavole rotonde criptiche e blindate per pochi eletti che di fatto la rendono inerme ed impotente; evocare Don Chisciotte non pare un rito folkloristico o, peggio, un'inconscia proiezione perdente da sognatori sfigati.

I nostri tempi hanno assoluto bisogno di vedette dell'alba, di anticipatori coraggiosi che, per primi, si lascino alle spalle la notte che è finita, e,quasi con incoscienza, si dirigano verso la luce.

Se pensiamo alla storia dei cristiani, anche e forse soprattutto nella storia contemporanea, sono tanti coloro che, come amavano dire il filosofo S. Kierkegaard e lo stesso La Pira, osano “sperare contro ogni speranza”.

E' scandaloso, ma, allo stesso tempo, necessario coprire questa frontiera da “cavalieri” e, senza paura, re-introdurre nel lessico di una politica agonizzante alcuni vocaboli incarnati come missione, bene comune, verità, uomo integrale, storia e trascendenza...

Non è un caso che uno dei più grandi attacchi mondiali ai cristiani, alla loro vita, identità e cultura stia coincidendo con il massimo stravolgimento del ruolo della politica, che, in tutti i continenti, è ormai il simulacro di se stessa.

L'unica pietra d'inciampo che rimane, e che ciclicamente la Provvidenza sostiene attraverso le sue misteriose vie, è il Cristianesimo. I colossi anonimi del “Grande Fratello”, avrebbe sentenziato il grande Socrate, potranno disporre dei corpi degli uomini, non delle loro anime. E' per questo che, come sosteneva un altro gigante del pensiero cristiano europeo, Blaise Pascal, la vera storia è quella scritta e fatta dai martiri. E la religione cristiana è quella che più è stata fondata sul sangue dei martiri, l'unica risorse ed energia spirituale capace di trasformare la storia dal di dentro.

Ora non basta difendersi e difendere i cristiani che sono minacciati in tutto il mondo. Questa è la priorità, ma non possiamo fermarci qui.

Dinanzi ai grandi crocevia della storia, penso, con riferimento all' Italia, al processo di unificazione, i cattolici non solo sono sopravvissuti, impedendo la loro nullificazione culturale e politica, ma hanno reagito attraverso una straordinaria stagione dei progetti. Faccia a faccia con uno Stato sfacciatamente inclusivo ed assolutamente irrispettoso del “primato morale e civile della Chiesa”, come sostenuto da V. Gioberti, i cattolici hanno organizzato la loro presenza nella società italiana, dai giornali alle case editrici, dalle cooperative di produzione alle banche, arrivando a costruire sul territorio non solo una rete identitaria, ma un patrimonio che, ancora oggi,arricchisce materialmente e spiritualmente la nostra Italia.

Se i giganti che hanno vissuto prima di noi sono questi, è finita l'ora per i cattolici italiani di essere uomini di complemento. Più la crisi della politica avanza e ci intorpidisce, più dobbiamo rispondere attraverso l'identità, l'autonomia e la progettualità, soprattutto a livello politico.

La nostra presenza e militanza nel centro-destra, segnatamente nel PDL, non può essere ridotta in modo semplicistico ad un arruolamento nelle truppe berlusconiane.

La filosofia classica ci ha insegnato da molto tempo la distinzione fondamentale tra mezzo e fine.

Noi non siamo nel PDL per voto di obbedienza a Silvio Berlusconi. Siamo nel PDL (e continuiamo a starci in modo critico) perchè tale esperienza politica è la più coerente proiezione verso la fondazione anche in Italia di una sezione del Partito Popolare Europeo.

Per estrema chiarezza, ci sentiamo di affermare che per noi la politica italiana non potrà ridursi sine die ad un referendum pro o contro Berlusconi. Ora non abbiamo dubbi da che parte stare, ma, passata la notte, all'alba vorremmo rimetterci in cammino, come e con Don Chisciotte.

E' proprio questa libertà di spirito, accompagnata da idee chiarissime circa il traguardo finale, che ci fa sentire Don Chisciotte e non scudieri. Forse sognatori, ma sempre padroni, in ogni momento, del nostro destino, culturale e politico.

FRANCO BANCHI