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Num. 60 del 17 dicembre 2010

LA LETTERA

A SILVIO, UNICO CAVALLO DI RAZZA DELLO SCONFORTANTE PANORAMA ITALIANO:

“PASSA DALLA CRONACA POLITICA DEL PDL ALLA STORIA CON IL PPE”

Dopo la sofferta ma politicamente significativa fiducia ottenuta dal governo Berlusconi, la palla torna al centro. Il risultato però è cambiato e la scena italiana traversata da non lievi movimenti e potenziali cambiamenti.

Proviamo a mettere un po' di ordine in materia, comunicare qualche riflessione e, perchè no, azzardare alcuni possibili sviluppi prossimi e più lontani.

Partiamo da quanto dichiarato dal Card. Bertone, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. “Ripetutamente gli italiani si sono espressi con un desiderio di governabilità. Questo desiderio espresso in modo in modo chiaro e democratico deve essere da tutti rispettato e da tutti perseguito con buona volontà ed onestà”. Come dire - e l'autorità per i cattolici italiani è quella massima – la politica è concreto governo in vista del bene comune e non vago e vano agitarsi demagogico di oppositori tanto incorreggibili quanto inaffidabili.

Di rinforzo, il Direttore di Avvenire, ha implicitamente rilanciato – non certo casualmente come modi e tempi – alcune affermazioni già fatte da Berlusconi a botta calda, tutte tese “a ricostruire una più ampia area dei moderati, unita anche dal riferimento alla tradizione ed alle posizioni del PPE”. Traduzione piana e diretta: abbandonando ogni velleitarismo ingenuo, coloro che in politica si ispirano ai valori del popolarismo europeo lascino da parte fazioni, conventicole, nicchie di nessuna incidenza pratica e diano luogo ad un fronte comune, progettualmente pieno ed eticamente significativo, atto a governare ed alzare il coefficente personalistico – cristiano della e nella politica italiana.

Ed ancora, il Prof. Buttiglione, un tempo iniziatore, dopo la deriva del popolarismo italiano targata Bianco, del progetto di ri-unificazione non nostalgica dei Cristiano Democratici e poi, inopinatamente, scudiero di Pierferdinando Casini, ha affermato con chiaro riferimento alla disfatta di Fini e dei “futuristi”: “ Mi viene in mente un discorso di Benjamin Franklin al Congresso continentale. ' O stiamo tutti insieme o ci impiccano uno per uno' “.

Nel candore che solo un filosofo può manifestare, Rocco Buttiglione ha certificato, anche se dopo troppi anni, che il perno della ricostruzione dei moderati italiani intorno al progetto del PPE è Silvio Berlusconi.

Caro Professore, non male come parabola:appena qualche anno fa, Forza Italia entrò nel PPE solo per intercessione del CDU e del CCD. Evidentemente l'apprendista ha superato i maestri, che per miopia, superbia e, soprattutto, per mancanza di lungimiranza politica, si sono fatti togliere lo scettro dalle mani!

Per tutta risposta, sommando errore ad errore, P. Casini, lanciando l'ultima scialuppa di salvataggio al quasi annegato Presidente della Camera,in cambio però della fascia di capitano sul campo, si inventa il Polo della Nazione, versione riveduta e corretta, più impomatata ed ampollosa del ruspante e mai nato Partito della Nazione. Finalmente, l'ex leader del CCD, è riuscito a mettere insieme e guidare un macro – schieramento: il Polo Casini. Peccato che non abbia nè capo nè coda, brilli per il luccicare delle medaglie dei troppi generali, susciti la diffidenza della Chiesa italiana e, soprattutto, abbia la sfortuna di vedere la luce in un sistema bi – polare. Quanto è lontana l' Europa dalla democrazia compiuta, dell'alternativa lineare, in cui le famiglie politiche si dividono limpidamente per storia,progetti e strategie !

A Silvio Berlusconi, unico cavallo di razza dello sconfortante panorama nostrano, chiediamo di andare avanti con più coraggio e determinazione di prima. Ma gli chiediamo anche e soprattutto di farci un ulteriore regalo, che, da solo, esalterebbe e coronerebbe la sua storia politica: costi quel che costi, completi la transizione del PDL e lo trasformi definitivamente in PPE. La casa dei moderati,il “primo” polo, il perimetro dei cristiani e dei popolari europei è già nella cronaca della politica, deve diventare progetto realizzato nella storia della politica.

La Redazione