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Num. 52 del 25 settembre 2009

IL PDL ALLA SVOLTA TRA “CORRENTINE” E GRANDI CULTURE NAZIONALI

E’ arrivato il tempo di approcciare le “cose” del PDL armati di una vera e propria mappa illustrativa. Ecco che riprendono vigore i “finiani” ex – AN , mentre i “venti laici” scrivono una missiva su libertà di coscienza e testamento biologico. Intanto gli altri non sono spariti come per incanto. I “lupiani ” fanno argine contro lo sfondamento dei laici, magari diversificandosi dai “ formigoniani ”. Tutto questo mentre l’inossidabile Capezzone, confinato nella riserva indiana dei soli argomenti economici e nella dialettica anti – PD scalpita poiché vorrebbe entrare nell’agorà dei temi eticamente sensibili.

In questa potenziale babele si cercano invano posizioni avvicinabili a quelle delle “antiche” culture della tanto bistrattata I Repubblica. Chissà perché gli accasamenti avvengono in base a sigle e sotto –sigle nominali e bislacche e non per grandi affinità culturali, politiche e strategiche.

Qualcuno ipotizza, altri traducono “sogna”, la formazione di un asse interna al PDL che sintetizzi al meglio, con orizzonti ambiziosi e non per mere posizioni di rendita, cioè che resta della miglior cultura democristiana, socialista umanista e della destra più sociale.

Espungendo dalla sintesi gli integrismi confessionali ed i patetici rigurgiti laicisti, entro una cornice di avanzata elaborazione sociale, tipica della destra meno compromessa con i miti liberisti, potrebbe esser costruita una “piattaforma valoriale, programmatica e politica” atta a gestire con prospettive di lungo termine sia la storia del PDL che il dopo – Berlusconi.

Si parla molto di “campagna di adesioni “ al PDL, che, a detta di alcuni, dovrebbe cominciare ad horas. Ma viene spontaneo chiedersi: oggi, un potenziale iscritto ha gli elementi reali per scegliere in modo razionale e compiuto, una definita linea culturale e politica? Ad esempio: l’adesione ufficiale del PDL italiano al partito popolare europeo è un consenso di facciata, per infittire le truppe parlamentari di Strasburgo contro l’armata Brancaleone dei Socialisti ed affini, oppure è il segno concreto di una precisa scelta di campo di natura antropologica, etica, culturale e politica?

Ecco dunque la domanda: chi avrà la “tessera” del PDL sarà automaticamente iscritto al PPE?

E’ giusto fare chiarezza al riguardo, poiché qualunque alleanza si crei entro le componenti PDL ( poco fa abbiamo ipotizzano una cordata fra tre delle tradizioni più limpide della I Repubblica ) essa deve avere un nitido baricentro. I socialisti “umanisti” hanno la mission di voltare le spalle all’inconcludente e superato Progressismo europeo; i rappresentanti più trasparenti della destra sociale sono chiamati a bocciare sonoramente il mero conservatorismo di certe destre continentali: Entrambi, insieme a chi si sente ancora democristiano, devono trovare un forte ancoraggio nei valori del Popolarismo europeo.

Chi dovesse mettere in dubbio questa scelta di campo, non ha che una strada: chiedere l’azzeramento di tutto e reclamare con forza la celebrazione di un nuovo congresso e una nuova costituente. Forse quella di un altro partito…

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