logo
logo PTE

Num. 45 del 29 maggio 2009

L’INTERVISTA: QUEL VOTO UTILE PER IL PARTITO, FAVOREVOLE ALLA NOSTRA CULTURA E NECESSARIO PER LA PERSONA

La redazione del nostro sito pubblica un’ intervista rilasciata recentemente da FRANCO BANCHI. Dirigente regionale PDL e coordinatore toscano dei Popolari Liberali, movimento nazionale guidato dal Sen. CARLO GIOVANARDI, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

D. Ci siamo. L’ennesima tornata elettorale è alle porte.Un passaggio di routine o particolare?

R. . Nessun passaggio elettorale in Italia è routinario. Il prossimo è davvero ‘particolare’. Pensiamo alla proiezione europea del voto. Un voto al PDL italiano sarà automaticamente un voto al PPE, casa comune continentale voluta dai partiti cristiano – democratici e moderati. Con il nostro convinto consenso il PDL diventerà probabilmente il primo partito europeo tra quelli aderenti al PPE.

L’Italia sarà dunque più forte come peso politico immediato e come capacità di orientare la progettualità generale dei Popolari Europei verso i valori dell’antropologia cristiana.

D. Veniamo al quadro nazionale…

R. Voto ugualmente importante. E’ infatti la prima prova elettorale del PDL dopo la costituzione ufficiale del partito.Non dimentichiamoci che nelle ultime elezioni politiche il PDL era un mero cartello elettorale. Ed è il primo test su scala italiana dopo importanti successi locali e, soprattutto,la buona tenuta del governo Berlusconi, anche in presenza di contingenze ardue da affrontare. Poi c’è il capitolo quasi grottesco del PD, che, incapace di elaborare una politica propria, opera un ridicolo marcamento ad uomo del Presidente Berlusconi. Ma, come accade nel calcio, se il marcatore diretto viene dribblato, si spalanca la strada della porta e quindi del goal!

D. Quindi lei ipotizza una sorta di ultima spiaggia per il partito di Franceschini…

R. Non necessariamente. Sono diverse le variabili che dovrebbero scattare per far maturare un vero e proprio disastro. Per esempio sarà interessante vedere se e quanto recupereranno le forze della sinistra estrema. Alo stesso modo dovremmo osservare il grado di fedeltà o, all’opposto, il distacco crescente di quello che un tempo si chiamava mondo operaio. Ed ancora: la composizione elettorale del PD nelle diverse aree del Paese; la tenuta rispetto allo strisciante buonismo in tema di immigrazione; il feed –back rispetto alla visione catastrofista in tema economico. E potremmo continuare ancora…

Infine la variabile che più interessa i toscani: riuscirà il PD a mantenere il controllo amministrativo della Toscana?Oppure, viste le pesanti fratture (anche elettorali) che si sono create in varie realtà territoriali, perderà parte dell’antico potere?Comunque vada, sono convinto che il sistema di potere storicamente incentrato sulla sinistra comunista è tarlato. Ritocchi e restauri vari, punture contenenti possibili nuove energie possono da una parte rallentare il marcio, ma dall’altro rischiano addirittura di farlo precipitare.

D. Come riassumerebbe allora la portata strategica delle prossime amministrative in Toscana?

R. Una tappa decisiva per il PDL. Da una parte potrà portare a casa diversi nuovi Comuni e qualche Provincia; dall’altra potrà lavorare ai fianchi la logora ed asfittica struttura del PD, costretto, se vuole prevalere,a compromessi ideologici e/ o di potere. Non dimentichiamoci che queste amministrative preparano il grande avvenimento politico delle regionali 2010. Ricordo soltanto che nel 2000 il candidato Presidente Matteoli arrivò al 40% dei consensi.

D. Che ruolo giocano i Popolari Liberali di Carlo Giovanardi in questa partita elettorale?

R. Sicuramente significativo. Innanzitutto come quantità, visto che i nostri numerosi candidati sono diffusi capillarmente in tutte le realtà territoriali della regione ed in moltissimi casi hanno serie opportunità per essere eletti.Ci preme particolarmente riuscire ad ottenere presenze consiliari nei capoluoghi di Provincia. Sono convinto che avranno ottime affermazioni sia l’amico MARCELLO MASOTTI, tra i capilista del PDL a Firenze, che FRANCESCO INNACO, candidato al Comune di Prato. Ci stanno poi particolarmente a cuore alcune candidature in posizione di rilievo per le elezioni provinciali di Arezzo (Maria Pia Camaiti), Firenze (Manola Aiazzi) e Pisa (Carlo Dolci).

Non dimentico poi alcune candidature a Sindaco in Comuni potenzialmente vincenti, come, tra le altre, Chiesina Uzzanese e Seggiano, e numerose posizioni di rilievo in realtà sopra i 15.000 abitanti.

D. Quindi tutte rose e fiori al tavolo PDL per le candidature? Un accordo pieno?

R. Quando un partito è così ampio come il PDL e le appartenenze ancora così marcate è difficile ottenere il massimo. Trattando con pazienza e, in alcuni momenti, decisione, abbiamo messo insieme un gruzzolo onorevole di candidature. Siamo meno soddisfatti per le candidature nei collegi provinciali, dove il vecchio manuale Cancelli, inossidabile,ha lasciato il segno. Sono comunque convinto che tutte le nostre candidature porteranno un significativo valore aggiunto alle liste del PDL, particolarmente in Toscana dove il centro – sinistra si avvale di candidature legate al mondo del progressismo cattolico.

D. E l’UDC? Come avete vissuto da Popolari Liberali questo dentro e fuori degli uomini di Casini rispetto alle alleanze elettorali con il PDL?

R. Occorre distinguere per evitare facili generalizzazioni. Innanzitutto, anche (forse proprio) grazie alla posizione politica dei Popolari Liberali al tavolo regionale PDL,in Toscana non c’è stato alcun accordo politico generale con l’UDC, come dimostrano, quasi dappertutto, le candidature autonome degli uomini di Casini alle provinciali e, specialmente, la scelta di Firenze, Comune cruciale in cui l’UDC, dopo aver trattato a manca ed a destra, corre in totale isolamento anche rispetto all’ex Razzanelli.

A livello territoriale ci sono stati poi accordi mirati, voluti localmente, in cui sono stati scelti, forse in modo sovrabbondante, candidati a Sindaco UDC. Al riguardo, diciamo con chiarezza che la politica dei due forni non ci è mai piaciuta. Questa comporterà una chiara riflessione del PDL dopo le elezioni. Per quanto ci riguarda, la imposteremo così: o gli eletti UDC, grazie anche ai nostri voti,si impegneranno strategicamente a muoversi sempre in alleanza con il PDL oppure, particolarmente nei Comuni sotto i 15.000 abitanti, chiederemo la formazione di gruppi consiliari con sigla PDL, con l’esclusione degli uomini di Casini.

Diciamo subito che, per le prossime regionali, sarà bene richiedere all’UDC una posizione chiara e netta molto prima dell’apertura dei tavoli di trattativa. Se registrassimo sacche grigie ed ambiguità al riguardo, potremmo prendere un atteggiamento molto meno elastico di quello responsabilmente tenuto oggi.

D. Come vede il PDL “partito” dopo le prossime amministrative in Toscana?

R. Lo vedo come un grande cantiere aperto. Il lavoro sarà tanto più facile quanto meglio usciremo dalle urne, che, volenti o nolenti, saranno un probante banco di prova per i coordinatori e vice – coordinatori nominati da poco. Sarà decisiva la composizione degli organi del partito ai vari livelli, nel rispetto del consenso e della presenza territoriale delle varie componenti (che sarebbe ipocrita considerare inesistenti).Poi auspichiamo una prima fase congressuale locale, che possa “partorire” una dirigenza non cooptata ma indicata dal voto di iscritti ed elettori. Se posso utilizzare uno slogan riepilogativo:”FACCIAMO VINCERE E RAFFORZIAMO BERLUSCONI, COSTRUIAMO TUTTI INSIEME NELLA DEMOCRAZIA IL PARTITO DEL FUTURO”.

Franco BANCHI