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Num. 40 del 20 febbraio 2009

Editoriale: Le prime “cose possibili” del neo – presidente americano provocano accese polemiche

CON OBAMA SI CAMBIA ROTTA SUL TEMA DELL’ABORTO

“Yes we can” è possibile e come si è visto reale. Obama giunge alla presidenza degli stati uniti e neanche fa in tempo a mettere piede nella Casa Bianca che arriva il primo provvedimento assai discutibile assieme ad uno apprezzabile. Una sorta di “colpo al cerchio ed uno alla botte”. Una "decisione molto deludente", ha commentato l'Osservatore Romano, quella assunta dal “presidente degli Stati Uniti Barack Obama in tema di aborto”. La scelta del Presidente, scrive il quotidiano della Santa Sede e' ''un provvedimento che viene considerato un errore sulla strada della difesa della vita umana e della dignità di ogni persona''. L’Osservatore, in rilievo nella prima pagina, ha espresso la sua disapprovazione , riprendendo la posizione dei vescovi statunitensi la scelta del nuovo inquilino della Casa Bianca di rimuovere la cosiddetta Mexico City Policy, che vieta il finanziamento delle organizzazioni impegnate nella pratica e nella promozione dell'aborto nei paesi in via di sviluppo. ''A Città del Messico, nel 1984 - si legge sul giornale vaticano - si tenne un vertice dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sulla popolazione mondiale. In quella circostanza, l'allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, stabilì quella che e' stata appunto definita 'la dottrina di Città del Messico', rimossa da Clinton il 22 gennaio del 1993, nell'anniversario della nota sentenza Roe vs Wade, e poi ripristinata da George W. Bush''. Questa lettura degli eventi compiuta dai vescovi degli States viene poi commentata dal cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia e presidente della commissione episcopale per le attività pro-vita ''è molto deludente che il presidente Obama abbia rimosso la Mexico City Policy. Un'amministrazione che vuole ridurre gli aborti non dovrebbe convogliare fondi verso organizzazioni che realizzano e promuovono gli aborti come metodo di pianificazione delle nascite nei Paesi in via di sviluppò'. Scrive, infine, l'Osservatore Romano citando il cardinale americano Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia e presidente della Commissione episcopale per le attività pro-vita. "Plauso, invece, viene espresso dai presuli statunitensi - rileva Radio Vaticana - per la firma di Obama di un ordine esecutivo che mette al bando ogni forma di tortura. Il vescovo di Albany, Howard J. Hubbard, presidente della commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale americana, sottolinea che la Chiesa cattolica ha sempre condannato l'uso della tortura che va rifiutata come 'fondamentalmente incompatibile con la dignità della persona umana e in definitiva controproducente nello sforzo per combattere il terrorismo'".

Antonio Degl’Innocenti

Focus : Il “caso Englaro” visto da vicino

UNA RIFLESSIONE POST - MORTEM

Cari amici,
tutti abbiamo perso una sorella che era entrata nei nostri cuori e per
cui abbiamo lottato in questi mesi, in queste settimane, in queste ore.
Tante cose ci diremo su quanto e cosa potevamo fare di più. Oggi abbiamo
comunque il dovere della freddezza e del nuovo grande impegno.
Il generoso e coraggioso impegno di Silvio Berlusconi non è riuscito a
fermare un disegno che parte da lontano, ha precise regie e si configura
sicuramente come il più tragico caso giudiziario della storia italiana.
Molti di voi avranno già letto su Avvenire ricostruzioni, testimonianze
e analisi. Questo giornale sta facendo un grande servizio alla
democrazia italiana. Dedicate altro tempo a studiare gli avvenimenti (dal sito www.avvenire.it sono consultabili le edizioni dei vari giorni).
Vi allego solo le dichiarazioni del Procuratore Generale di Trieste
perchè possiate valutate il clima e lo "stupore" in cui viviamo qui in
questi giorni.
Capirete che c'è anche il problema del Presidente della Regione FVG,
Renzo Tondo (uno dei più pervicaci ed essenziali esecutori del piano)
eletto nella primavera scorsa con il PdL, attualmente componente di
diritto della costituente nazionale del nuovo partito.
Come vedete il Friuli è di nuovo una prima linea in cui non è facile
muoversi. Faremo del nostro meglio.

Paolo Montagnese

Udine, 10 febbraio 2009