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Num. 38 del 30 gennaio 2009

Focus: Ma che “ci azzecca” Veltroni con Don Sturzo?

In occasione della ricorrenza dell'appello «A tutti gli uomini liberi e forti» per la costituzione del Partito Popolare (18 gennaio 1919), il segretario del PD Veltroni, si è recato a Caltagirone, in Sicilia.

Veltroni ha detto, a proposito di don Sturzo, che «bisogna ripartire dal suo insegnamento».

Per favore, Veltroni, noi Cattolici Popolari Liberali, t’invitiamo “pacatamente”: giù le mani da Don Sturzo;non provare a mettere le mani sul patrimonio culturale e politico sturziano che diede origine alla Democrazia Cristiana di De Gasperi e Pella e che non ha niente da spartire con quella dei Tuoi amici…. dell’ex sinistra democristiana, confluita nel PD, con a capo Rosy Bindi e con altri Cattolici adulti come Romano Prodi.

Il silenzio della Bindi e dei suoi amici è coerente con le loro contraddizioni: restare alleati dei DS e di Veltroni e sapere, purtroppo per loro, che “Wuolter” (come in TV lo chiama Crozza), la sola data che può ricordare legittimamente non è quella della nascita del Partito Popolare, ma quella del 21 gennaio 1921: giorno di fondazione del Partito Comunista d'Italia di Bordiga e Gramsci....

Ricordiamo ai più giovani che Veltroni è stato l'ex responsabile della propaganda del Partito Comunista italiano,(convertito ufficialmente con i DS al socialismo europeo, dopo la caduta del Muro di Berlino), e che non ha niente a che fare con Don Sturzo, tanto é contrario per idee e programmi con il suo PD .

Ricordiamo ai tanti che fanno finta di averlo già dimenticato o non lo sanno chedurante il primo governo Prodi, dall'allora ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer (DS), fu indirizzata agli insegnanti degli istituti superiori la «circolare Gramsci» perché facessero studiare il pensiero di Gramsci. Mai successivamente è stata emessa dai governi Prodi ('96), D'Alema ('99), Amato (2000) e ancora Prodi (2006), un’analoga circolare Sturzo: il più grande pensatore italiano del cattolicesimo liberale.

Siamo nell’anno Paolino e sinceramente non crediamo che, come San Paolo ebbe una conversione, anche Veltroni l’abbia avuta quest’annonella città di Caltagirone nella ricorrenza del 18 gennaio 1919!

Nella storia del Partito Popolare, da cui nacque la Democrazia Cristiana, la ricorrenza del 18 gennaio1919 è la più suggestivae noi Cattolici Popolari Liberali, che abbiamo nel nostro dna gran parte di quell’insegnamento, di quella cultura politica e che siamo impegnati a volerla fare lievitare nel nuovo soggetto politico Popolo della Libertà: PdL, diciamo a Veltroni “pacatamente”, ma con fermezza di non provare con i suoi seguaci a mettere il cappello su don Sturzo.

Cosa ha in comune “Wuolter” con la storia del movimento cattolico?. Cos'ha da spartire l'ex direttore dell'Unità con pensatori come Rosmini, Gioberti, Toniolo e Murri, che precedettero e in un certo senso prepararono la strada a Luigi Sturzo?. Se per Veltroni tenere assieme il PD è sempre più difficile, non cerchi di fare gesti propagandistici per convincere gli ex DC a restare nel PD, mentre hanno già le valigie in mano! Quella di Veltroni è un'altra storia, un'altra cultura, un percorso politico, che va rispettato, ma radicalmente diverso e persino avverso a quello del sacerdote di Caltagirone che, anche oggi, è più moderno e attuale del vacillante segretario del PD.

Citiamo Don Sturzo: “Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali - la famiglia, le classi, i Comuni - che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private…..

Vogliamo la riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e la semplificazione della legislazione, invochiamo il riconoscimento giuridico delle classi, l'autonomia comunale, la riforma degli Enti Provinciali e il più largo decentramento nelle unità regionali…..

Libertà religiosa, non solo agli individui, ma anche alla Chiesa, per la esplicazione della sua missione spirituale nel mondo; libertà di insegnamento, senza monopoli statali; libertà alle organizzazioni di classe, senza preferenze e privilegi di parte; libertà comunale e locale secondo le gloriose tradizioni italiche”.

Don Sturzo parla già nel 1919 contro lo statalismo e per la libertà, parla di riforma della burocrazia e degli ordinamenti giudiziari e della semplificazione della legislazione.

Questi impegni, con altri ben precisi, stanno nel programma del PdL che ha vinto largamente le elezioni, anche (secondo le analisi dei flussi elettorali), con il contributo di oltre un milione di elettori Cattolici Popolari Liberali, ex UDC e moderati di centro, in un serrato confronto elettorale con avversari come: il PD di Veltroni (alleato con i radicali di Pannella e l’IDV di Di Pietro), l’UDC di Casini, i Verdi e le Sinistre. Da otto mesi il Presidente Berlusconi ha avviato con questo Governo la realizzazione degli impegni elettorali.La costituzione del PdL, che sarà la costola italiana del Partito Popolare Europeo, ne rafforzerà l’azione per una stagione di tipo degasperiana: un Governo di lunga durata che faccia le giuste riforme per modernizzare il Paese e che nell’era della globalizzazione ridia agli Italiani, in particolare ai giovani: speranza, fiducia, stabilità e benessere.

Antonino Giannone - Membro del Coordinamento Popolari Liberali di Milano


Il punto: L’ARNO: DA GRANDE MALATO AD OPPORTUNITA’. LE DISTRAZIONI DELLA POLITICA

Finito il periodo delle piogge, almeno per il momento, l’Arno è tornato a calmarsi. Si è calmato questo fiume che dalle colline aretine attraversa tutto il Valdarno arrivando fino a Firenze e culminando fin nel pisano. Tornando alla sua consueta portata ha lasciato, nelle nostre zone come in altre, domande sul suo “stato di salute”. Bottiglie, caschi, sacchetti hanno invaso gli argini del fiume facendone uno scenario davvero singolare quanto desolato. In più il legname, di tutti i tipi, quintali e quintali depositati ai bordi del fiume ed incastrati nel mezzo del ponte mediceo appena riaperto nel piccolo paese di Rignano Sull’Arno. È stupefacente vedere, nella piccola strada che costeggia il fiume nella zona del vecchio mulino, da una parte il depuratore del paese sempre a rischio e dall’altra un muro di detriti e legnami fino a 2 metri ed oltre. In molti si domandano cosa stia accadendo a questo fiume e cosa potremmo fare mentre altri, incuranti, passano di li guardandolo con disinvolto stupore. Sta di fatto che oltre all’intervento di amministrazioni, enti e tutto il comparto di istituzioni nate negli anni anche la popolazione deve riflettere su ciò. Carrelli del supermercato, sedie di plastica, pezzi di motorini, moto ed automobili, armadi e varia oggettistica per la casa contornano questo desolato scenario. Poco c’è da dire se in primo luogo la popolazione, interessata, non torna ad avere sensibilità e rispetto per questo fiume. D’altra parte, come hanno esaminato alcuni cittadini, anche le istituzioni ed enti nati a miriade dovrebbero intensificare i loro interventi al fine di ripulire e drenare questo corso d'acqua. Basta poco per rendersi conto della situazione nella quale viviamo passeggiando, di questi periodi, lungo gli argini del fiume dove la fauna e flora naturale stanno dando sempre maggior spazio ad un ambiente consono solo a roditori ed insetti. Sicuramente troveremo insolito il paesaggio circostante ma potrebbe aiutare molti a riflettere su ciò che sia possibile fare “visto e considerato-hanno concluso alcuni cittadini- che paghiamo, da poco, anche tasse per la pulizia dei fossi quando l’Arno è in queste condizioni. Mille sono gli enti, tante le chiacchiere e come al solito pochi i fatti”.

Antonio Degl’Innocenti


Il contributo

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo accorato contributo, lucido e coerente, di Magda Menchini:

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Gentile Direttore ,

A causa di tristissime circostanze mi sono ritrovata a frequentare giornalmente l'ospedale di Careggi di Firenze.

Non ho nulla da dire per l'assistenza prestata  con amorevole sollecitudine a mia madre ed a mia sorella ivi ricoverate, anzi, i reparti della Prof. ssa Poggesi e del Prof.Moretti meritano tutta la mia riconoscenza per come vengono gestiti. Questo desidero proclamarlo a gran voce, poichè l'assistenza è vitale per i pazienti, come è logico che sia.

Nelle belle stanze a due letti dove sono ricoverate le mie care, il bianco delle pareti mi sembrava stranamente spoglio e silenzioso, come se i muri finissero lì, sentinelle di dolori e sofferenze che appartengono e si riflettono sui malati stessi. 

Per alcuni momenti non sono riuscita a capire da dove mi derivasse questa sensazione di chiusura e di limitazione, finchè ho realizzato che mancava il simbolo che sempre ci ha accompagnato in questi ultimi duemila anni, il Crocefisso.

Gloria alla gran parte dei nostri preti e ad alcuni nostri arcivescovi e cardinali che hanno rinunciato al loro simbolo per un malinteso sentimento di tolleranza e di accoglienza verso gente che non merita nulla e che è entrata nei nostri usi e nelle nostre tradizioni con prepotenza e arroganza.

E voi, uomini di religione cattolica, vi lamentate perchè le chiese sono semivuote e le vocazioni stanno diminuendo?

Accettate, con i miei migliori sentimenti, tutto il disprezzo che sento per voi.

Magda Menchini