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Num. 35 del 19 dicembre 2008

Focus: Mario Modestini , uno dei più grandi restauratori del XX secolo

L’UOMO CHE HA PORTATO IL GENIO ITALIANO NEL MONDO

Il bel paese è certamente conosciuto per le sue bellezze, opere, storia e cultura che lo circonda nonché per gli uomini che lo anno reso tale.

E proprio grazie a queste figure che l’Italia di oggi, ed in particolare il suo patrimonio artistico, hanno trovato ampio spazio fuori dal paese e dal continente.

Forse poco, però, si è parlato di alcune figure che, oltre a doti personali, hanno esportato quell’italianità propria della bellezza e della passione per l’arte. Mario Modestini rappresenta, in sintesi, una delle figure più singolari del 900 Italiano e a quanto pare, il più grande restauratore del secolo, come spiegava in una recente intervista ad Architectural Digest il sig. Eugene V.Thaw antiquario e collezionista di New York ( membro onorario del consiglio del il MoMa e Metropolitan museum of Art nonché presidente della Pollock-krasner Fondation). Nato nel 1907 a Roma, Mario, fu da subito attratto dal mondo dell’arte vista la grande tradizione di famiglia e un po’ da autodidatta ed un po’ di corsi serali lo portarono ad apprendere, al meglio, l’arte del restauro. Il suo primo lavoro, e di notevole importanza, fu il restauro delle opere conservate nella galleria Rospigliosi di Roma per spostarsi, successivamente, a San Paolo del Brasile e Firenze. Un uomo che amava l’arte, la bellezza e la sua armonia non poteva certo rimanere immune di fronte alla città rinascimentale per eccellenza e proprio qui, nelle campagne fiorentine, alle porte della città ma immerso nel verde collinare del Chianti acquistò una casa. E proprio qui, probabilmente, ebbe luogo il lavoro più importante di Mario in Italia e con precisione alla galleria Bonaccossi-Corsini. Nonostante tutto si è certamente parlato poco di lui, sia nella città fiorentina che roamana, senza lasciare un ricordo, un omaggio alla sua memoria. Mario amava il suo paese, la sua storia, la sua tradizione ma forse questo paese tanto amato non aveva saputo e non ha saputo rispondergli neanche dopo la sua scomparsa avvenuta nel gennai del 2006. Non passò inosservato invece negli Stati Uniti, dove Mario lavorò per la maggior parte della sua vita per conto della Kress Foundation, curandone le oltre 2000 opere. Opere di portata intenzionale, come ricordava l’edizione americana del National Geografic del dicembre 1961 e le varie edizioni del New York Times. Tintoretto, Canaletto, Tiepolo, Paul Rubens, El Greco, Vouet, Tiziano, Bellini, Van Dyck sono alcuni dei nomi dei maestri dell’arte sulle cui opere Mario lavorò e probabilmente acquistò autenticandole. Da qui un’ascesa incredibile per un uomo di grandissime doti che nelle americhe trovò gli spazi adatti per dare sfogo alle sue capacità e passioni portando nei più svariati musei d’America opere del calibro di Raffaello, Velazquez, Rembrant, Manet, Monet, Van Ghog, Cezanne, Goya fino all’acquisto ed autenticazione di un Leonardo da Vinci. La Ginevra de 'Benci, il primo dei tre noti ritratti di donne dipinta da Leonardo. La famiglia regnante del Principato del Liechtenstein, che ne era in possesso per secoli,  lo mise in vendita, e Paul Mellon e la National Gallery spedirono Mario a Vaduz per esaminarla. Egli concluse non solo che era autentico, ma che la sua stessa vernice scolorita leggermente era accettabile, che toccarla poteva essere troppo e quindi avrebbe potuto alterare l’opera. Nel 1967con il record di tutti i tempi, cinque milioni di dollari, Mario acquistò la Ginevra denominata successivamente America’s Mona Lisa. Da qui commissionò la progettazione di una valigetta che poteva simulare la temperatura e l'umidità del vino nella cantina del castello, dove l'immagine, era stata immagazzinata e mantenerla tale per 12 ore; tempo necessario per arrivare da Ginevra alla National Gallery, dove una stanza con la stessa temperatura e l'umidità era stata preparata.

Mario acquistò un biglietto di prima classe su Swissair sotto il nome di "Signora Modestini", ma la signora in questione era la valigia con la Ginevra, situata accanto al suo sedile con la cintura intorno. Quella notte è diventato l'unico dipinto di Leonardo nell'emisfero occidentale. “Abbastanza per coincidenza- raccontava Eugene V.Thaw-, mi capita di sapere qualcosa su questo viaggio. Jocelyn, la figlia di Rush Kress (fondatore della Krees Foundation), mi ha detto una volta come, camminando su un volo New York-Zurigo, è stata sorpresa nel vedere l'uomo che aveva ripristinato tutte le sue foto di famiglia, seduto, ammanettato ad un pezzo di bagaglio."Che cosa hai li, Mario? un Leonardo? "e lui ha detto, sorridendo,"effettivamente, Jocelyn, lo è ".

Antonio Degl’Innocenti