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Num. 14 del 25 aprile 2008

L`INTERVISTA

Banchi parla del successo elettorale dovuto anche all`exploit dei Popolari Liberali

"IL POPOLO DEMOCRISTIANO SARA` L`ANIMA DEL PDL"

Dopo le ultime elezioni,lo scenario politico Italiano, almeno a giudicare dai numeri, è cambiato radicalmente. I partiti hanno subito un netto taglio e si sono creati due blocchi, detti i "grandi partiti". Da una parte il Partito Democratico e dall`altra il Partito delle Libertà. Nell`occasione abbiamo intervistato a tutto campo il prof. Franco Banchi, rappresentante dei Popolari Liberali dell`On. Giovanardi in Toscana.

Prof. Banchi il nostro paese ha voltato pagina. Da una parte il Pd e dall`altra il Pdl. Cosa è accaduto?

Sta accadendo che l`Italia porta a compimento, in maniera faticosa e tardiva, un percorso di semplificazione politica che assomiglia sempre più a quella europea, tramite la nascita di due famiglie: una social democratica, che si colloca nella sinistra europea di stampo riformista e l`altra di matrice cristiana, che costituisce la costola del PPE. Tutto questo attraverso una sana competizione che avvicina l`Italia definitivamente all`Europa.

A propositi di elezioni, che contributo numerico avete portato, come POPOLARI LIBERALI, al successo del PDL, anche in Toscana?

Il nostro contributo è stato decisivo in diverse regioni. L`agenzia Poggi & Partners ha quantificato nel39% la quota nazionale di voti che abbiamo spostato dall`UDC al PDL. Per venire alla Toscana, seconda Regione italiana, si è spostato ben il 49.8%, pari a più di 74.000 voti. La Provincia che ha mosso più suffragi è Firenze, con ben 21165 unità, il 52.8%. Per capire la portata del successo si pensi al fatto che non avevamo nessun candidato in lista, né al Senato né alla Camera, altrimenti avremmo conseguito un risultato inimmaginabile. Colgo l`occasione per affermare che, solo per senso di responsabilità, abbiamo evitato di fare polemiche pubbliche sul criterio di formazione delle liste elettorali, in cui mancavano candidati "in corsa"provenienti dalla storia democristiana. Con serenità, abbinata ad intransigenza, dico ai dirigenti regionali e provinciali di FI ed AN che non accetteremo mai più comportamenti simili. Se non ci verrà riconosciuto il nostro ruolo ed il nostro peso apriremo di sicuro vie autonome.

Perché l`Udc dell`On. Casini ha scelto di perseguire un`altra strada, nonostante sia uno dei partiti membri del PPE?

Direi che la risposta sta in quello che ho detto prima. Nonostante l`On. Casini avesse le chiavi della casa-PPE, assieme all`On. Buttiglione, ha preferito lasciare il suo appartamento storico ad altri rifugiandosi in un piccolo stanzino. Chi fa queste cose non crede ai propri mezzi perché antepone l`interesse personale al più alto disegno politico. Noi, con l`On. Giovanardi, abbiamo proposto questo progetto del PDl perché ci assicura di pensare in grande. Entriamo in questo appartamento non come ospiti o affittuari, ma come legittimi proprietari.

Non a molti è chiara la storia, la cultura e la tradizione del PPE, il suo manifesto e la sua filosofia. Può aiutarci a capire meglio?

Posto che il PPE sta vivendo in questi anni una fase di passaggio. Un conto, infatti, è pensare al vecchio asse franco -tedesco- italiano: Schuman - Adenauer - De Gasperi; un altro è parlare di PPE nel terzo millennio. Nonostante sia cambiata le situazione, dove, adesso, abbiamo cristiani di ispirazione cattolica, ortodossi e componenti di altre culture affini , noi sappiamo che il PPE, nonostante le differenze religiose, ha un punto fermo:il riconoscimento della dignità dell`uomo e l`indiscutibile "faro"legato al valore del personalismo comunitario. Quindi noi abbiamo un binomio inequivocabile per il PPE: dignità dell`uomo e radici giudaico - cristiane, da aggiornare solo nell`azione politica attuale. Quando la bussola funzione non vi è timore nel fare un lungo viaggio perché la direzione è sicura.

È pienamente compatibile la cultura politica dell`On. Fini con i moderati del Pdl?

Non c`è dubbio che, come tempistica, sia mancata la fase costitutiva del "nocciolo duro", ovvero l`unione previa delle due anime già presenti nel PPE: Forza Italia e gli ex- UDC. Tuttavia le accelerazioni in politica vanno gestite e non temute. Registriamo con viva soddisfazione il percorso di AN che, ora, con l`ingresso di fatto nel PPE, chiude con intelligenza una lunga fase di transizione.

Veniamo ai POPOLARI LIBERALI dell`On. Giovanardi, che sono entrati nel Pdl. Può brevemente riassumerci la genesi di questa idea ed i passaggi della sua concretizzazione?

Questa idea nasce dalla volontà strategica di portare l`Udc nel progetto del Partito Popolare Europeo. Quando ci siamo accorti che il disegno dell`On.Casini era di profilo più basso, quindi, come ho già spiegato, teso al mantenimento del potere e non teso a rischiare tutto in un progetto più grande, abbiamo ovviamente avviato la fase di opposizione interna, prima all`On. Follini e poi allo stesso On. Casini. Quando abbiamo soffertamene realizzato che l`opposizione nel partito non serviva a far mutare le idee di Casini, che anzi perseguiva la politica delle "mani libere"allontanandosi dall`alleanza del centro-destra, abbiamo scelto senza indugi la strada dell`uscita dall`Udc costruendo con l`On.Berlusconi la casa dei moderati italiani del PPE, attraverso un disegno che ci vede co - protagonisti in quanto eredi della tradizione democristiana.

La vostra storia all`interno della Cdl ha sicuramente favorito questo processo di transizione nel Pdl, quali sono stati i momenti più significativi?

Sicuramente i Popolari e Liberali hanno organizzato due passaggi decisivi già a partire dal 2007, sia con l`assemblea di Modena che con quella di Verona. Abbiamo ampiamente dimostrato che il gruppo era pronto culturalmente, ancora prima che politicamente, ad orientare il progetto del PPE, che ora si identifica esplicitamente con il PDl. Gli amici dell`On. Giovanardi hanno incentivato un grande processo, rimanendo dove sono sempre stati, anzi consolidando un`idea che era già in cantiere da tempo.

La Toscana poi è stata un vero e proprio cantiere culturale in preparazione della casa italiana del PPE. Solo per fare un esempio, l`Associazione che io ho l`onore di presiedere, AREA BIANCA, già nell`estate scorsa, ha pubblicato un fortunato opuscolo dal titolo quasi profetico "DELLA RIVOLUZIONEINEVITABILE CHE E` ALLE PORTE. Il PPE ed il timone della politica italiana"( nota: scaricabile sul sito www.areabianca.it)

La scelta definitiva di rompere con l`Udc è stata un fulmine a ciel sereno o è stata preparata?

E` sicuramente un divorzio annunciato. Ma, in realtà, non siamo noi che abbiamo abbandonato l`Udc; è l`Udc che ha abbandonato i suoi elettori. Nel momento in cui ci siamo accorti che il progetto dell`On. Casini, anziché favorire il bene dell`idea democristiana, favoriva soltanto il bene del piccolo vessillo di partito, abbiamo preferito misurarci in campo aperto, rischiando molto, ma concorrendo ad un grande progetto. Il tempo ci darà ragione. Basta vedere, tanto per cominciare, i recenti risultati elettorali.

I Liberali e Popolari hanno come punto di riferimento la dottrina sociale della chiesa e uomini di spicco del nostro "rinascimento politico"come Einaudi, Don Sturzo, De Gasperi. Ci spieghi meglio la cultura e la fonte d`ispirazione di questo gruppo.

Direi che l`ispirazione del nostro gruppo si basa sul magistero della chiesa, ma soprattutto sull` elaborazione dei laici che hanno concorso, da politici, a questa mediazione. Parliamo cioè dei fondatori dell`Europa unita:Schuman, Adenauer, De Gasperi. Ma, soprattutto, ci sentiamo vicini all`idea sturziana della laicità ,intesa come possibilità dell`uomo libero di utilizzare le grandi idee del patrimonio cristiano portandole a sintesi con un progetto storico ed incarnato. Direi che in questa fase, pur ammirando tutti noi l`idea di De Gasperi, l`attualità maggiore la si possa trovare nel concetto sturziano di pluralismo e di autonomia, che, penso, sia il futuro della politica italiana ,prigioniera fino ad oggi, di troppo statalismo e di troppo clientelismo, nemici giurati dell`idea del sacerdote di Caltagirone.

Per arrivare alla formazione "legale"del PPE in Italia quanto dovremo aspettare ancora?

Credo che il primo passaggio fondamentale sia già avvenuto con le recenti elezioni. A seguire sarà possibile dedicarsi pienamente, per cinque anni, alla costruzione del partito, non solo come struttura pragmatica, ma inteso come supporto culturale e progettualità politica. Non è infatti pensabile di fare cose grandi se il partito rimane solo un collettore di voti.Deve essere piuttosto un collettore di idee aprendo grandi prospettive ai cittadini italiani. Credo che ci sia già un`obbligata scadenza naturale per avere un PDL a regime: le elezioni europee del 2009. Credo che a quell`appuntamento arriveremo contando su un`ulteriore porzione in fuga dall`UDC.

Dunque crede che l`Udc confluirà, prima o poi, nella grande casa Europea?

Io credo che l`Udc abbia un percorso segnato. Se qualcuno nella formazione di Casini pensa di ghettizzare in un piccolo partito la grande tradizione del Partito Popolare Europeo è destinato a portare l`Udc alla consunzione. Credo che, dopo l`esito elettorale, altri ancora capiranno che l`unica strada per spendere bene l`eredità democristiana è decisamente quella di confluire in un partito, di cui i cristiani sono primi fondatori e non ospiti casuali.

In Sicilia, la vittoria dell`On.LOMBARDO sembra alimentare le speranze di una possibile convergenza e cooperazione tra PDL ed UDC. Per quanto vi riguarda è chiusa la partita con l`Udc o tra le vostre priorità vi è l`intento di riavvicinarla ?

Il discorso direi che è a parti invertite: non siamo noi a dover ricucire. Spetta all`Udc l`onere di correggere una strategia autolesionista, quasi suicida. Noi siamo ancora dove da sempre siamo stati, nella grande famiglia europea dei moderati, alternativa in tutti i paesi d`Europa a forze socialiste e social-democratiche. L`Udc ha una sola carta da giocare: ricomporre quella grande squadra che in tutta Europa fa grande il mondo cristiano-democratico.

È possibile che sia la figura dell`On Berlusconi a non essere condivisa da Casini?

Questo è un grande mito da sfatare. Berlusconi è in questo momento uno strumento che serve ad aggregare il più possibile ed in modo vincente le forze che si rifanno al PPE o che vogliono entrarvi. Credo che senza Berlusconi sia impossibile costruire il PPE italiano. Vincendo queste elezioni, ha già, di fatto, preparato la successione.Qui credo ci sia lo sbaglio imperdonabile di Casini, che poteva essere un buon delfino se, con pazienza e buon senso, avesse anteposto l`interesse del Paese al proprio "particolare".

Quali saranno le priorità dei POPOLARI LIBERALI dopo la vittoria elettorale, quali i progetti e le aspettative ?

Intanto utilizzare bene il voto degli italiani. Governare, non in modo pragmatico, ma sincronizzandosi con il respiro ed i progetti dei Popolari e Liberali. Quindi, risanamento economico, politica per la famiglia non declamata ma attualizzata. Soprattutto dare all`Italia un progetto che rispetti la dignità dell`uomo e che non sia soltanto un discorso da parametrare a suon di PIL e di incremento economico. Quindi attenzione ai valori materiali ma anche e soprattutto a quelli immateriali.

Una parentesi: la scelta di Tabacci e Baccini? Cosa ne pensa? Quale futuro per il loro movimento?

Io credo che la loro scelta era partita con orizzonti più ampi, quelli di costruire un centro autonomo che aggregasse gli scontenti di entrambi i poli. Avevano iniziato soprattutto contestando fortemente l`immobilità dell` On. Casini. Nei mesi successivi, questo progetto si è affievolito, probabilmente per scelte di opportunità ed al fine di permettere ad entrambi di raggiungere un quorum più alto. Siamo nuovamente nella politica della bassa cucina che ha poco a che fare con i grandi orizzonti.

Ora, dopo le elezioni politiche, tutto cambia di nuovo. Parlo dell`appoggio esplicito di Baccini ad Alemanno nel ballottaggio per le comunali di Roma, contrapposto sia alla posizione di Pezzotta che a quella piratesca di Casini. E` il caso di dire con Pirandello uno, nessuno, centomila…

L`On. Dini è passato subito dal centro-sinistra alla Pdl. Pensa che i cattolici del Pd possano prendere i considerazione questa scelta?

Io credo che il PDl sia una grande famiglia con almeno tre gambe: una laico liberale e socialista, una della destra nazionale ed una democristiana. Rilevo che Dini appartiene al mondo laico -liberale e con quel mondo se la vedrà all`interno del PDL. Noi vogliamo fare, invece, la grande famiglia democristiana del PDl, e su questo ci impegneremo lavorando ed incrementato quella che è la sinergia tra ex e nuovi democristiani.

E i Radicali, gli ex brigatisti come D`Elia, la candidatura di Veronesi nel Pd? Quale cooperazione possono avere con loro i cattolici del centro-sinistra?

L`equivoco strutturale del Pd è proprio questo e si riverbera anche in proiezione europea. Il PD è un partito acefalo e apolide, non ha una testa ben riconoscibile, nè una sola patria. Un po` democratico, un po` socialista, con qualche ampia spruzzata di radicalismo e residui del rimanente catto-comunismo. Non a caso, la collocazione del PD nel Parlamento europeo è un rebus. Come nella vita: senza maternità e paternità cera si è figli di nessuno.

Secondo lei sarà mai possibile far confluire tutti i cattolici in un`unica formazione politica?

Io credo che questa domanda rischia di essere oziosa visto che già esiste una grande famiglia europea che riunisce i cattolici e i laici cristianamente ispirati: il PPE. Basta importare questa ricetta aggiornata anche in Italia. Quindi, tutti coloro che si rifanno a questi valori hanno una famiglia europea, che crede nei valori dell`uomo, nella sussidiarietà, nella difesa della vita.Non vedo il bisogno di ri-provincializzare il problema, basta riunire tutti in una famiglia che ce già. Per cui l`appello non è di trovarsi a metà strada, in una terra di nessuno, ma invitare tutti gli amici a venire nella casa comune che noi abbiamo già contribuito a costruire.

Le scelte fatte dal precedente governo sia in ambito della cultura che della scuola le sembrano giuste? Cosa farete ora che siete al timone dell`Italia?

Il tema scuola è il sintomo dell`atteggiamento magmatico del Pd, che ha disfatto la riforma Moratti, progetto sicuramente da migliorare ma non da distruggere. Il governo Prodi ha portato avanti un concetto di scuola che non ha progettulità. Non ha agevolato gli alunni; ha umiliato gli insegnanti ed allontanato le famiglie dalla scuola. In sintesi un disastro vero e proprio. A livello culturale è stata perseguita la cultura dell`effimero, la cultura del relativismo e quindi sono state disperse e sperperate le esigue risorse disponibili in progetti non sostanziali e non in sintonia con il vero umanesimo e l`antropologia cristiana. Una cultura direi senza progettulità ed una scuola senz`anima.

Per quanto riguarda i giovani, il problema della droga, l`alcolismo. Cosa ne pensa, quali le proposte?

È chiaro che questa miscela esplosiva tra vocazione ideologica della sinistra vetero, l`attivismo radicale e il Pd, che coniuga ancora una volta post-comunisti e radicali ,ha portato ad una concezione dell`uomo a cui tutto è permesso, quindi un prevalente individualismo di tipo pragmatico. Per cui, mancando i fondamentali antropologici di questa cultura si è distrutto anche qui le poche leggi che c`erano, penso alla Fini - Giovanardi sulla droga. Si sono colpevolmente lasciati i giovani nella terra di nessuno. Voi sapete che lasciare un giovane nella terra di nessuno, senza famiglia e senza valori, vuol dire di fatto abbandonarlo a se stesso facendone una persona infelice , costretto a convivere quotidianamente con il disagio. Questo è un problema che il nostro governo dovrà affrontare perché, se dimentichiamo i giovani, voltiamo le spalle al cuore della nostra idea politica.

Passando alla 194, all`aborto per finire all`eutanasia: tutte proposte che erano presenti, almeno in teoria, nell`agenda del precedente governo Prodi. Il PDL, in particolare i Popolari Liberali, come si pongono di fronte a tali tematiche?

Qui c`è già un valore pregresso, portato avanti per un quinquennio dal governo Berlusconi che, di fatto, ha correttamente affrontato queste problematiche. Di certo occorre fare molto di più e per di più si intende: ribaltare le regole sulla tassazione alla famiglia ponendo al centro il quoziente familiare ; creare una scuola libera a misura di alunno e di famiglia; difendere la vita cominciando da una vera e propria tutela della maternità attiva e non ripiegando sull`aborto come forma di contraccezione. Soprattutto vogliamo impedire che la famiglia diventi una sorta di saloon dove si entra e si esce a piacimento, senza badare al valore costituzionale del matrimonio, un valore naturale che coniuga due elementi , uno maschile e l`altro femminile, che non devono venire mai meno. Se saltano questi pilastri è inutile parlare di politica perché tutto diventa un suck arabo, ovvero l`anticamera dell`anarchia e del nichilismo.

Dal punto di vista economico quali le cose più impellenti da risolvere?

Qui il binomio che occorre portare avanti è quello tra riduzione della spesa improduttiva e reinvesti mento delle risorse soprattutto verso le fasce più deboli, perché, come più volte si legge nella costituzione e nel magistero della chiesa, chi lavora deve avere un salario non soltanto dignitoso ma atto a mantenere in modo soddisfacente la propria famiglia.Il nostro vecchio e sempre nuovo concetto che sposiamo è il seguente: l`uomo non è per il lavoro ma il lavoro per l`uomo. Per questo vogliamo che i salari rispettino questi canoni e l`uomo in sè, come persona e nella sua implicazione comunitaria.

Pensa che lo statalismo sia uno dei grossi problemi che ci ha portato a questa situazione?

Anche in questo caso occorre rileggere bene Sturzo. Ripartire dalle famose malabestie di sturziana memoria, tra le quali due erano particolarmente negative: lo statalismo politico e lo sperpero clientelare. Direi che l`uno è pari all`altro, perché se vi è uno statalismo politico vi è una concezione dell`economi dirigistica, che, in nome del clientelismo, sperpera i soldi non per il bene della gente ma per ingraziarsene il favore. Per cui il dirigismo è il figlio dello statalismo eccessivo.

Nella sanità quale le riforme impellenti da apportare?

La riforma sanitaria deve mantenere alcuni punti fermi. Sicuramente l`universalità del servizio, perché indietro non si torna e non si possono fare servizi che ipotizzino due categorie diversificate, servizi a pagamento e servizi gratuiti di livello peggiore. Dobbiamo mettere in concorrenza servizio pubblico e privato in modo che, a parità di servizio, il cittadino-utente vada a scegliersi quello che costa meno e che è maggiormente efficace. Da qui ne trarrebbero vantaggio contemporaneamente la salute del cittadino e la tasca del contribuente. La concorrenza virtuosa va vissuta non in modo liberista sfrenato ma nella sussidiarietà.

Altri argomenti importanti sono la giustizia e la sicurezza.

Direi che dobbiamo subito investire in sicurezza e giustizia. C`è infatti sicurezza se chi delinque, oltre che ad essere assicurato alla giustizia, sconta la pena per intero con un rapido processo. Direi che non conta tanto, come dicevano i vecchi giuristi, l`entità della pena, ma la certezza della stessa; per cui, se il cittadino si sentirà protetto nel vedere assicurati alla giustizia ed incarcerati i delinquenti, probabilmente anche certi rigurgiti di autodifesa o da milizia di quartiere saranno superati. Per fare questo bisogna che lo Stato non lesini sui fondi da destinare all`ordine pubblico, ma per esempio metta sulle strade in servizio molti agenti che, al momento, sono dediti a servizi di ufficio. Si spenda di più e si impieghino meglio le forze disponibili.

Pensa che il problema della giustizia si dovuto alla lentezza dell`apparato burocratico e della magistratura italiana?

Sì. Credo, come ho detto prima, che sia un problema di risorse ma anche di casta. Ritengo che la malattia della casta abbia intaccato la magistratura, non i tutti i campi, ma in alcuni settori eccellenti. A mio parere, se in uno Stato democratico come il nostro una casta è insindacabile, ovviamente non può dare il meglio di sé, ma tende ad autodifendersi ed a chiudersi in una torre d`avorio, che fa male a se stessa e ai cittadini da essa amministrati.

Argomento altrettanto importante può sicuramente essere la democrazia all`interno dei partiti. Lei ha parlato spesse volte del ritorno al voto di preferenza.

Su questo tema il circuito virtuoso passa da due canali. Innanzitutto la democrazia interna ai partiti, che porta i suoi esponenti a votare ad ogni livello in modo responsabile per portare avanti uomini ed idee. Se c`è democrazia dentro i partiti, deve esserci allo stesso modo una libera selezione anche a livello elettivo, per cui bisogna che il cittadino, in occasione del voto, non voti solo per uno schieramento ,ma, entro lo schieramento scelto, deve poter optare per una persona che, secondo lui , incarna meglio le idee in cui crede. Per cui doppia democrazia: interna ai partiti e nella scelta dei rappresentanti eletti attraverso il ripristino della preferenza.

Questo pensa possa servire a riavvicinare tutti alla politica, dai più giovani ai meno giovani?

Sono convinto di sì, perché, ripeto, lo schema del voto per grandi sistemi è uno schema efficace, ma sappiamo bene che una grande idea viene veicolata da uomini in carne ed ossa. Quindi la stessa idea può avere esiti diversi se portata avanti da una persona o dall`altra. Per cui ha ragione chi dice che le idee camminano con le gambe delle persone. E` doveroso premiare col voto sia principi generali che la diversa capacità personale.

Il ruolo dei Popolari Liberali all`interno del Pdl. Quali prospettive dopo la vittoria elettorale?

Il futuro si basa su precisi passaggi che, a mio avviso, sono condizioni ineliminabili per avere un percorso positivo. Primo: ancorare in modo rigoroso il Pdl al PPE, quindi statuto, regolamento e tesseramento specularmente collegato al PPE. Secondo: legato il Pdl ai valori del PPE, fare dello stesso una casa di vetro; quindi occorre che ad ogni adesione corrisponda un voto espresso nel momento in cui l`interessato sarà chiamato a scegliere nel partito. Terzo: selezione della classe dirigente attraverso un sistema di primarie o di preferenze. Quarto passaggio: far si che il Pdl non diventi una forza di governo pragmatica, ma abbia sempre alle spalle un partito autonomo e strutture culturali che l`affianchino, allo scopo di non smarrire mai la propria carica creativa; chi governa deve autoalimentarsi e deve sempre, come alle sorgenti, rinnovare la propria fonte.

Infine, l`ultimo punto: riuscire a coinvolgere sempre più i giovani ,dimostrando che questo partito è una forza che non guarda al passato ma direttamente al futuro. Il PDL deve essere, contemporaneamente, moderno nella risoluzione dei problemi. antico nel cuore e nell`anima che mette a servizio della politica italiana.

Antonio Degl`Innocenti