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Num. 1 del 4 maggio 2007

Editoriale: Preferenze, un nuovo patto per la politica

Solitudini insistite non fanno una politica. E` questa l`amara, forse lucida riflessione che può fare chi, da sempre, ha a cuore il ripristino del voto di preferenza.
L`impegno per restituire ai cittadini questo decisivo strumento di democrazia partecipata ha sempre accompagnato la nostra azione politica nelle istituzioni e fuori.Per quanto riguarda il recente passato è sufficiente ricordare l`appassionata e strenua "battaglia" portata avanti dal gruppo UDC in Consiglio regionale. Venendo a tempi più recenti, non possiamo dimenticare la raccolta di firme in materia sostenuta dall`apposito comitato, che, se ci sarà la risposta attesa, condurrà al referendum.
Eppure, pur plaudendo a queste posizioni ed iniziative, la sensazione avvertita è che qualcosa "manchi". Su tutto la capacità, frutto di un paziente lavoro di coinvolgimento e tessitura, di allargare più possibile il fronte pro-preferenza. E quando parliamo di coinvolgimento non intendiamo fermarci alla pura e semplice adesione di principio, ma a quell`insieme coordinato di iniziative ed azioni politiche, capace di diventare progetto strategico.
Per questo non ci rassegneremo mai a muoverci, anche se in modo convinto e deciso, entro la "riserva indiana" della nostalgia. Il ripristino della preferenza non è, né sarà mai la rivincita postuma di un sistema elettorale neo-democristiano. Il ritorno alla preferenza è il sale che può tornare a sciogliere i grumi e le incrostazioni neo-feudali e leaderistiche che governano oggi i partiti.
Sono questi i motivi che ci impongono qualcosa di più della mera azione di testimonianza. Quali, allora, le condizioni per un vero salto di qualità al riguardo: 1. Fare della questione-preferenze in Toscana un caso politico nazionale. L`UDC deve legare inscindibilmente la difesa "intelligente" del proporzionale al recupero della preferenza 2. Unire la battaglia per preferenza al recupero del valore e del significato degli organi elettivi. La dignità del ruolo istituzionale deve essere recuperata restituendo valore alla vera politica, diversa anni luce da quella degli sperperi, delle prebende ad personam,ecc. Per esempio, in Toscana, ci sembra giusto coniugare l`impegno per il ripristino della preferenza con quello della diminuzione dei consiglieri. 3. Infine, cercare con determinazione e coraggio alleanze con la comunità toscana, che va ben oltre le chiuse ed asfittiche stanze del palazzo. La battaglia per tornare alla preferenza , grazie al nostro impegno, deve diventare la "linea del Piave" delle associazioni cattoliche, delle categorie economiche, del sindacato, di tutti i corpi intermedi.
Perché non esser dunque noi a lanciare un NUOVO PATTO PER LA POLITICA?

Franco Banchi