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IL GIGLIO BIANCO

Giornale Settimanale del PTE

Anno III, n. 31 - III Settimana di Febbraio 2014

Il Nuovo Centrodestra dinanzi ad un bivio politico decisivo

APPOGGIO AL GOVERNO RENZI: EVENTUALE, CONDIZIONATO, ANZI REMOTO...

Perchè regalare al segretario del PD, Matteo Renzi, l'appoggio politico ad un governo che si caratterizzerebbe sempre più come “organico” e, come dicevano, i politilogi anglosassoni del Settecento, come “gabinetto di colore”?

Un conto è un governo di emergenza e transizione che, per il bene dell'Italia, gestisce la fase-ponte verso la ripresa economica e la riforma elettorale, altra cosa, incommensurabilmente diversa, è entrare con tutti e due i piedi nell'esecutivo del leader ufficiale della sinistra italiana.

Inoltre con il rischio, assai forte, di dover esprimere un sostegno temporalmente molto lungo, addirittura coincidente con la parte prevalente dell'attuale legislatura.

A parte i primi segnali lanciati dal Sindaco di Firenze, Segretario del PD e Presidente del Consiglio in pectore (alla faccia del cumulo degli incarichi!), intenzionato a “potare” la rappresentanza governativa degli alleati più scomodi (leggi NCD di Alfano), su quale piattaforma programmatica si svilupperebbe l'accordo? Dalle prime avvisaglie i punti di convergenza sembrano scarsi sui delicati temi del lavoro, che dovrebbero essere la vera urgenza, addirittura nulli sul versante dei valori eticamente sensibili. Per non parlare poi della riforma elettorale ed istituzionale, su cui incombono venti di tempesta e macigni enormi, come la questione del voto di preferenza.

In queste ultime ore i renziani doc (poichè ormai il partito, piaccia o no, è il segretario) hanno messo in giro, in modo artato, la voce secondo cui Letta potrebbe convergere con Alfano per formare un nuovo centro democristiano. A parte l'ironia della formulazione, che dimentica colpevolmente come e quanto Matteo Renzi sia figlio storico della Balena Bianca, rimane la suggestione di una battuta, dispregiativa nell'intenzione di chi l'ha detta, stimolante per chi sta fuori dal cerchio magico renziano ed E' UN DEMOCRISTIANO NON PENTITO.

Che dovrebbe fare il centro moderno, riformatore, d'ispirazione cristiana ed europeo, dinanzi ad un segretario del PD, assoluto plenipotenziario della sua areapolitica, che, a giorni, vuole portare il suo partito, dalla porta principale, dentro il PSE? Cosa dovrebbe fare chi ha un'idea culturale, antropologica e politica alternativa, se non convergere per costruire un progetto altro, diverso, bipolare? In altre parole, cosa dovrebbe fare se non dar vita anche in Italia alla sezione del PPE?

Ecco perchè Alfano fa molto bene a definire l'appoggio a Renzi come “eventuale”, fortemente condizionato da precisi limiti e “paletti”. Anzi, a nostro parere, l'appoggio dovrebbe essere derubricato a “ condizionato”, se non addirittura a “remoto”.

Non basta la garanzia del “venditore” per accogliere ed accettare un contratto. In questo caso la garanzia deve essere il prodotto stesso. Se è vero che solo la “carta canta”, occorre essere consequeziali. Ecco allora le domande a cui dovrebbero seguire, da parte di Renzi, risposte precise ed inequivocabili: la maggioranza di governo potrà convivere con una maggioranza parallela occupata a fare le riforme elettorali ed istituzionali? Il nuovo progetto economico punterà soprattutto sulla valorizzazione della famiglia? Il governo si impegnerà a rispettare i fondamentali valori etici della migliore antropologia laica e cristiana? Che rapporti avrà con le grandi (e spesso nascoste) centrali finanziarie internazionali?

Soprattutto, il nuovo governo avrà chiara la coscienza che la transitorietà non può sostituirsi alla regola? Proprio per questo l'orizzonte elettorale non può non essere messo in conto. E ciò varrebbe in modo esponenziale se il Presidente del Consiglio fosse anche il leader del maggiore partito della sinistra.

La Redazione