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IL GIGLIO BIANCO

Giornale Settimanale del PTE

Anno I, n.2 – IV Settimana di Settembre 2012

AGENDA PER I CATTOLICI ITALIANI IN POLITICA

In questo momento di grande disorientamento, culturale, prima ancora che politico, il nostro giornale, che, la settimana scorsa, ha ripreso la pubblicazione on-line, sotto l'insegna de “IL GIGLIO BIANCO”, testata legata al movimento PTE (Polpolari Toscani Europei) intende sottoporre al dibattito una sorta di “agenda”, che, secondo la nostra posizione, contiene i punti-chiave della possibile, anzi necessaria azione dei cattolici impegnati in politica per il bene comune.

Innanzitutto, seguendo, ma traslando i presupposti metodologici della medievale “teologia negativa”, vorremmo partire da quello che, almeno a nostro parere, dovremmo evitare. Innanzitutto usare sempre meno quell’insidioso aggettivo che segue e perseguita il termine “cattolico”. E’ vero, in apparenza tale termine aiuta a chiarire eredità, contesto e direzione di marcia (pensiamo a cattolico-liberale, cattolico di sinistra, cattolico – conservatore, cattolico- progressista...), ma, sempre, depotenzia la carica autenticamente alternativa, direi “rivoluzionaria” dell’avventura cristiana nel regno degli uomini. Si griderà all’integralismo? No, poiché non vanno mai confusi tre passaggi, conseguenti ma distinti: ispirazione, mediazione, azione.

La prima è quella, sempre la stessa, anzi magnificamente aggiornata dalla dottrina sociale della Chiesa e nessuno può tirarla a destra ed a manca secondo le convenienze partigiane e contingenti. La seconda, cioè la mediazione, compete alla conoscenza, alla preparazione ed alla sapienza dei laici, sempre illuminati e, allo stesso tempo, orgogliosamente autonomi. La terza ed ultima, ovvero l’azione, è il luogo vero e proprio della dialettica tra soluzioni alternative, non in base alla sola bandiera che sventola dietro le spalle di ogni fazione, ma alle concrete possibilità di governo del bene comune.

E’ qui che, spesso, anzi soprattutto nel mondo cattolico italiano nasce un vero e proprio corto circuito, salta il caposaldo maritainiano secondo cui la maggiore unità si realizza nella completa distinzione. Oggi, e lo dico con rammarico, nel mondo cattolico italiano le tre dimensioni illustrate sopra (ispirazione, mediazione, azione) si confondono o, peggio, entrano contrastano e, più volte, si elidono. Capita così di imbattersi in “cenacoli” di laici illuminati che ambiscono ad integrare, se non sostituirsi, al corpus dottrina sociale; associazioni politiche, fondazioni, partiti o frazioni di essi che, non riuscendo a compiere azioni politiche di governo, regrediscono al più agevole livello della mediazione culturale; ahimè, settori della Chiesa che, scavalcando il percorso già descritto, sognano di governare direttamente o indirettamente. Senza un ripristinato ordine, sarà difficile per il mondo cattolico italiano ritrovare quel “circolo virtuoso” che lo farà tornare significante ed incisivo.

Oltre che sul metodo, tale esame di coscienza deve partire dai contenuti concreti. I cittadini, credenti e non, si aspettano una luce che illumini ed una prospettiva di futuro da parte di tutti noi. Non ci chiedono formule, strategie o tattiche, ma esigono risposte concrete sull’uomo ed i suoi bisogni. Al riguardo, pur non sottovalutando tutte le altre problematiche (che, per ovvie ragioni non possiamo trattare in modo completo) ci sembra particolarmente interessante la scelta prioritaria di tre temi: l’economia, l’ambiente, le migrazioni delle persone e dei popoli. In tutti e tre i casi la politica cristianamente ispirata o sarà autenticamente profetica o scivolerà verso l’insignificanza culturale e pratica.

Economia: ci vogliono ulteriori contro-prove per stabilire che collettivismo dirigista da un lato e liberismo tale e quale sono entrati nella tomba della storia? L’economia sociale di mercato non può più essere una terza via puramente accademica o un mero esperimento per piccole comunità di nicchia. Se ci si crede, occorre cambiare mentalità e non limitarsi a correzioni, vere e presunte, delle due vie che hanno o stanno portando al disastro.

Ambiente: come diceva Makiguchi (filosofo dissidente giapponese della metà del secolo scorso)” Lo studio della geografia è la cosa più importante”. Spiegava poi che nessun luogo al mondo è uguale ad un altro, ogni pendenza collinare ed ogni costa rende un villaggio diverso dall’altro. E’ in tale terra e non altrove che “ si cerca insieme ciò che ci interessa ovvero la felicità come creazione di valore”. E’ per questo che una corretta filosofia ambientale nobiliterebbe la nostra azione politica. E’ al riguardo molto significativa l’attenzione dell’attuale Pontefice, Benedetto XVI, per le problematiche ambientali, soprattutto in chiave teologica ed antropologica.

Migrazioni: sono proprio l’ambiente e l’economia le chiavi per capire e risolvere l’epocale questione. Se ci volgiamo indietro, la storia segue una traccia non smentibile nei fatti: prima l’eurocentrismo; a seguire il primato dell’Atlantico; poi l’allargamento verso il Pacifico; ora la centralità di nuovi continenti “emergenti” e l’inaccettabile deriva di altri, spesso in competizione tra loro. In tale contesto, l’emergenza migratoria non solo non si arresterà, ma diventerà travolgente. Rispetto per l’ambiente, equità negli scambi, parità di accesso ad istruzione e cultura sono da perseguire, insieme ad altre priorità, come uniche soluzioni affinchè ogni popolo possa cercare “ciò che lo interessa” nella propria terra natale.

Dopo metodo e contenuti è giusto non glissare le implicazioni politico-agonistiche della questione e dare qualche risposta in merito ad alcuni fondamentali quesiti: l'offerta partitica italiana, nel quadrante che ci preme di più, quello del centro-destra, è all'altezza dei postulati accenati sopra? Ed ancora: cosa fanno i cattolici italiani, a titolo personale, associativo, e direi anche “istituzionale” per ri-fondare un solido punto di riferimento, non effimero o meramente elettoralistico, atto a dare vero respiro alla loro azione nella città degli uomini?

Proviamo a dare una possibile risposta. Ogni partito, lo diceva il grande Sturzo (su cui torneremo tra breve) è un mezzo, non un fine, lasciando intuire che anche la degenerazione della politica poteva annoverarsi tra le “malebestie”. Ciò mi permette di dire che la funzione di chi, in questi anni, ha presidiato il perimetro del centro-destra ovvero il PDL non solo è stata utile storicamente, ma potrebbe diventarlo ancor di più in prospettiva se riuscirà, anche attraverso un'opera insieme di purificazione ed intelligente allargamento o,addirittura, consapevole scioglimento, a proporsi quale perno propedeutico per la lunga transizione italiana verso una compiuta democrazia europea. In altre parole se, entro brevissimo tempo, sarà moltiplicatore e catalizzatore dello spirito e delle azioni del POPOLARISMO EUROPEO, anche se ciò dovesse avere come posta in gioco un superamento virtuoso dell’attuale forma -partito. Per incarnare quanto detto sopra non è possibile navigare a vista, tra porti sicuri e vicini. Ci vogliono prospettive ambiziose, come abbiamo già detto profetiche. Dinanzi ai giganti mondiali (ed a molti pescecani) serve una risposta dalla grande storia, dai presupposti fondati sulla roccia, dagli orizzonti lontani.

Nei confronti di tale alta e nobile prospettiva il partito dei cattolici non serve, magari con il rischio di quei fraintendimenti teorico-pratici già menzionati. Servono invece cattolici a tutto tondo che, senza rinunciare nemmeno ad un’oncia di dottrina ispirata, insieme ai più illuminati esponenti dell’umanesimo laico (formula che preferisco rispetto alla definizione che non ho mai capito di “atei devoti”), sappiano trovare una sempre più avanzata mediazione culturale, possibile ed incarnabile. Ad oggi, se vogliamo muoverci entro un percorso di corretta ed onesta esegesi storico-politica, il più alto modello in tal senso rimane ancora quello della Democrazia Cristiana, stile Alcide De Gasperi.

Ma, prima del salto politico e partitico, è utile un profondo ripensamento culturale che guardi alle radici. Per “formare” cattolici impegnati in politica occorre un forte ancoraggio a Sturzo, che faccia comprendere fino in fondo quale “bomba” mite e pacifica, quindi altamente rivoluzionaria, possa essere il maturo connubio tra saldezza senza sconti dell’ispirazione profonda (amore per la nostra madre Chiesa) e libertà di spirito del vero laico cristiano.

FRANCO BANCHI