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IL GIGLIO BIANCO

Giornale Settimanale del PTE

Anno II, n.16 – II Settimana di Gennaio 2013

A POCHE SETTIMANE DAL VOTO: ARIA PURA NEI POLMONI DELLA POLITICA. RILEGGENDO DE GASPERI E BENEDETTO XVI

Presi dai quotidiani affanni della politica italiana, a poche settimane da un voto decisivo, cerchiamo di uscir fuori dalla trappola di chi vuole far scivolare tutto verso il profilo più basso possibile, anteponendo organigrammi, tatticismi, giochi delle tre carte alla sostanza del bene comune.

E ci vengono in mente le parole che Alcide De Gasperi pronunciò a Roma, davanti alle sezioni riunite della D. C. romana, il 24 Luglio 1944, primo discorso dopo la liberazione.” La morale che si può dedurre dal concetto materialistico della storia è insufficiente a dirigere le coscienze”.

A distanza di tanti anni, ma sempre in presenza di una “ricostruzione”, queste parole acquistano un peso straordnario e si arricchiscono di significati ulteriori. A minare un'interpretazione a tutto tondo dell'ispirazione cristiana in politica non c'è più soltanto l'economicismo marxista, ma esiste un non meno insidioso materialismo finanziario, tipico di un capitalismo fuorviato ed impazzito.

Pochi, alla vigilia di queste elezioni, sottolineano quale sia la “posta “ che la politica va a giocarsi. E non si tratta di sfumature programmatiche e sottolineature tematiche semplicemente alternative. In gioco c'è il primato stesso della politica ovvero la sua capacità di dirigere e non essere diretta dai “fattori materiali”.

È con grande piacere e soddisfazione interiore che abbiamo letto le parole del Santo Padre, pronunciata davanti al Corpo Diplomatico accreditato in Vaticano, lo scorso 7 Gennaio.

Benedetto XVI ha dedicato la parte finale del suo discorso alla crisi economica e finanziaria che attanaglia molti Paesi. Essa, ha detto, si è sviluppata perché “troppo spesso è stato assolutizzato il profitto, a scapito del lavoro” e ci si “è avventurati senza freni sulle strade dell’economia finanziaria, piuttosto che su quella reale”. “Se preoccupa l’indice differenziale tra i tassi finanziari – ha affermato il Santo Padre – dovrebbero destare sgomento le crescenti differenze tra pochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri”. Si tratta, insomma, “di non rassegnarsi allo‘spread del benessere sociale’, mentre si combatte quello della finanza”. “Occorre - ha aggiunto - recuperare il senso del lavoro e di un profitto ad esso proporzionato”(...) e “resistere alle tentazioni degli interessi particolari e a breve termine, per orientarsi in direzione del bene comune”.

Ma Papa Ratzinger non ha formulato solo una diagnosi, ha contestualmente indicato, in modo netto, i soggetti a cui essa compete doverosamente. Questi “medici” del corpo sociale malato di economicismo senz'anima non possono che essere i cultori del bene comune. Non ci possono essere figure surrogate. Il compito spetta ancora alla politica, quella buona, ad uomini che tornino finalmente ad assomigliare a statisti.

Ha infatti aggiunto, “è urgente formare i leaders che, in futuro, guideranno le istituzioni pubbliche nazionali ed internazionali(...) rappresentanti lungimiranti e qualificati, per compiere le scelte difficili che sono necessarie per risanare la sua economia e porre basi solide per il suo sviluppo”.

Rappresentanti “lungimiranti e qualificati” o, come lasciava capire De Gasperi, uomini mossi dall'ispirazione morale e non pragmatica, ecco di cosa necessità la politica dei nostri tempi.

In piena bagarre elettorale, quando le stanze della politica diventano asfittiche e si rischia la claustrofobìa, è giusto, quasi un gesto di disubbidienza civile, aprire la finestra per fare entrare nei polmoni l'aria pura dei grandi maestri, suggeritori dell'anima e luce per chi non vuole rinunciare all'avventura nella polis.

FRANCO BANCHI