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NOTA POLITICA

Riflessione a due giorni dalla vittoria del centro-destra nelle regionali

MA IN TOSCANA IL CIELO NON E' ANCORA BLU

Una famosa canzone italiana parla di “un cielo sempre più blu”. Potremmo prendere per buona questa metafora commentando la grande vittoria del centro-destra nelle ultime regionali, che, a livello nazionale, lo porta ormai ad avere sia la maggioranza numerica delle regioni che quella dei cittadini complessivamente governati (addirittura tre quarti ad un quarto).

Se però scivoliamo in Toscana, il cielo è sicuramente meno blu, addirittura con qualche venatura di grigio. Infatti il neo-governatore Enrico Rossi ha sfiorato il 60% dei consensi dimostrando che la Toscana rossa non tradisce mai.

Fu vera gloria quella del cento-sinistra nostrano? A nostro parere è possibile rilevare diversi errori o incertezze del PDL toscano. Per quanto ci compete,molti di questi rilievi critici sono da noi stati fatti prima del voto e quindi hanno un valore non sospetto.

Primo: il PDL non è mai riuscito in questa campagna elettorale, nonostante l'impegno indubbio di Monica Faenzi, a trasmettere la concreta percezione che l'alternativa fosse realmente praticabile. A nostro parere poteva essere più forte l'investimento del PDL nazionale sulla Toscana, facendo pesare molto di più sul tavolo regionale le carte del governo. Paradossalmente, per alcuni versi,è successo il contrario (vedi la promessa di una legge nazionale per Firenze , che,continuiamo pervicacemente a dire, è a tutto vantaggio non della capitale della Toscana, ma di Matteo Renzi).

Secondo: il PDL non ha gestito bene nè i rapporti con l'UDC nè quelli con la Lega Nord. Nel primo caso ha finito come ha cominciato: inseguendo Bosi e C. senza misura, conferendogli una centralità politica virtuale che, come volevasi dimostrare, i risultati reali hanno smentito.

Nel secondo caso il PDL ha permesso alla Lega di condurre una campagna elettorale poco attenta al gioco di squadra e, come hanno dimostrato i risultati, tutta concentrata sull'utile particolare. In un'alleanza non si può permettere ad una parte di massimizzare i vantaggi propri e scaricare su chi si fa carico della coalizione i pesi e gli oneri.

Terzo: ancora una volta il PDL si è complicato la vita in relazione alle candidature. Non è emerso un criterio di scelta basato su criteri oggettivi e di merito. La solita diarchia , fatta tutta a tavolino, tra gli ex-FI e gli ex-AN ha chiuso il cerchio,lasciando alle altre componenti postazioni non consone al loro ruolo culturale e politico ed al consenso sul territorio.

Di questi problemi i Popolari Liberali parleranno, a tutti i livelli, negli organi competenti. Intanto si prenderanno un loro momento di riflessione interno, che, come sempre, sarà serio e responsabile, ma, allo stesso tempo, dall'esito non scontato.

FRANCO BANCHI